Lotta al Covid

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Risposte

  • Pubblico un grafico di un certo interesse sulle consegne di vaccini ai paesi europei al 29 aprile.

    8876402098?profile=RESIZE_930xIl grafico mostra le consegne in percentuale della popolazione di ogni paese europeo sulla base dei dati pubblicati sul sito dello European Centre for Disease Prevention and Control (non sono disponibili i dati per Malta).

    Più o meno tutti i paesi, come è logico, hanno ricevuto finora una quantità di dosi proporzionale alla loro popolazione.   Ma ci sono alcune differenze.   Sono in grado di spiegarne alcune, ma non tutte.   Non bisogna fare attenzione alle percentuali dei paesi molto piccoli perché l'arrivo in anticipo o in ritardo di una consegna di 50 o 100 mila dosi può avere un effetto forte sulle cifre.

    L'elemento che più colpisce è la posizione dell'Ungheria.   Questo è l'unico paese europeo che ha ricevuto dosi di vaccini non ancora autorizzati dall'EMA (cosa che legalmente può fare).   Ha ricevuto 1,8 milioni di dosi del vaccino Sputnik V e 1,7 milioni di dosi del vaccino cinese CNBG.    Avendo l'Ungheria una popolazione di 9,7 milioni di abitanti, i 3,5 milioni di dosi in più fanno una bella differenza.

    Dall'altro lato, molti paesi dell'est dell'Europa sono stati colpiti dal fatto di aver ordinato delle quantità molto limitate di Pfizer-BT e Moderna e di aver puntato invece su vaccini come AstraZeneca, J&J, Sanofi-GSK che erano meno cari, ma che stanno arrivando in ritardo.

    Tra i cinque paesi più grandi l'Italia è il paese che ha ricevuto - proporzionalmente alla sua popolazione più dosi.   Rispetto ad una ripartizione proporzionale alla popolazione, al 29 aprile l'Italia aveva ricevuto 1,8 milioni di dosi in più, la Spagna un milione di dosi in più, la Germania ha ricevuto 700mila dosi in più (ma la cosa era prevista visto che la Germania aveva ordinato molte dosi dei vaccino Pfizer-BT), la Polonia ha ricevuto 400mila dosi in meno (probabilmente a causa della stessa scelta di vaccini fatta da molti paesi dell'est) e la Francia ha ricevuto 1,2 milioni di dosi in meno (anche qui deve pesare la scelta a favore di altri vaccini (come quello della Sanofi).

    Cercherò di capire meglio come sono andate le cose.   La UE ha fatto un ordine speciale di quattro milioni di dosi di vaccini vaccini Pfizer-BT il 10 aprile scorso ed è possibile che una buona parte di queste dosi supplementari siano andate a Italia e Spagna.   

  • Webinar del 13 aprile 2021 organizzato dal sindacato Renouveau et Démocratie.

    Invito al webinar di R & D (inglese)

    invito al webinar di R & D (francese)

     Webinar di R & D su YouTUbe (in EN e, parzialmente, in FR)

     

  • Un ottimo articolo.

    The EU and Covid vaccines: the jury is still out – Aspenia On...

    The EU and Covid vaccines: the jury is still out
    The indictment is severe: the EU is accused of gross mismanagement and of having badly failed its attempt to centralize the delivery of vaccines agai…
  • https://video.corriere.it/cronaca/crisanti-astrazeneca-volare-aereo...

    https://video.corriere.it/cronaca/crisanti-astrazeneca-volare-aereo-presenta-maggiori-rischi-trombo…
  • Ecco una statistica che parla da sé e spiega alcune cose - dal Financial times di oggi:

    Britain has yet to export any of the vaccines it has produced. Instead, the country is using all doses to protect its own population from Covid-19. China, India and the EU have exported more than 40 per cent of what they have produced.

                          Domestic Use               Exported          Quantity Produced (m doses) - calcolato sul grafico

    China                   51%                            49%                  ca. 250 m
    USA                     98%                              2%                  ca. 170 m
    India                    58%                            42%                  ca. 145 m
    EU                       57%                            43%                  ca. 130 m
    UK                     100%                              0%                  ca.   20 m

    Mi chiedo se la razionalità - non parliamo della solidarietà - non sia da considerare anche vittima del ricorso alle considerazioni legali o legalistiche. I virus mutanti ringraziano per la mancata attenzione. La fiducia in un ordine mondiale già messa a dura prova scende ulteriormente.

  • Una curiosità interessante.

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    Un nuovo report ha passato in rassegna centinaia di migliaia di post su Facebook e Twitter da febbraio a metà marzo: più della metà dei contenuti...
  • La giornata: Il clima al Consiglio europeo è molto teso. I leader europei litigano, con l'austriaco Kurz in prima linea nella contestazione sulla redistribuzione dei vaccini. Per le forniture di fiale, l'Europa attende di conoscere le offerte di Joe Biden - che interverrà stasera al summit - continua a trattare con Boris Johnson e - in particolare Angela Merkel - non chiude la porta a Vladimir Putin.  

    Le ricadute in Italia al momento restano pesanti. Il report della Fondazione Gimbe mette in evidenza che con solo il 19% degli over80 vaccinati è praticamente impossibile rispettare il target europeo della fine di primo trimestre. 

    • Marcello,

      leggi la fine della mia risposta a Erik.

  • Un mio caro amico, Erik Lambert, mi ha mandato il messaggio seguente:

    "Adesso che Hancock ha confermato che il contratto con il R-U è un contratto "best effort" e non solo "best reasonable efforts", non è il caso che il capo legale della Commission offra le sue dimissioni? 

    Al minimo, avrebbe dovuto identificare il rischio per i Stati membri, se non era possibile fare i contratti diversamente. O è stato fatto, e gli Stati hanno solo guardato al prezzo? In qual caso la Commissione dovrebbe difendersi - ma non sembra essere il caso."

    Questo commento richiede varie repliche.

    La prima è che la Commissione ha negoziato i contratti assistita dagli stati membri.   Il gruppo dei negoziatori era costituito dalla signora Gallina, direttore generale alla Commissione europea, e da sette esperti nominati dagli stati membri.   In questo gruppo c'era il dottor Ruocco, segretario generale del nostro ministero della Sanità.   Questo gruppo faceva poi rapporto ogni settimana ad un gruppo di rappresentanti dei 27 stati membri (il venerdì alle 12.00).   A loro volta, questi delegati hanno esaminato i contratti con l'aiuto del loro collaboratori.  I contratti sono stati quindi esaminati da almeno un centinaio di persone.   

    I problemi che ci sono stati non sono certo derivati dal fatto qualcuno non abbia pensato a questo o quell'altro aspetto.  I problemi derivano dalla cultura "amministrativa" che prevale nei ministeri di tutti i paesi membri dell'UE (e nella Commissione europea).

    La differenza tra "best efforts" e "best reasonable efforts" non significa molto.   C'è poi un intero paragrafo che spiega cosa debba intendersi per "best reasonable efforts".

    Il problema, come ho spiegato in varie occasioni e come hanno spiegato il NYT e Federco Fubini sul Corriere di oggi 26 marzo, viene dall'approccio da "cliente" degli stati europei rispetto a quello di partner in affari di Stati Uniti e UK.   

    I paesi dell'est dell'UE erano molto preoccupati dagli aspetti finanziari.   Perché l'Unione europea avesse una capacità negoziale era necessario che gli ordini fossero grossi.   Per questo si è negoziato l'acquisto di blocchi di 400 milioni di dosi da cinque delle sei ditte contattate (e 300 milioni per una).

    Il punto di partenza del negoziato era la distribuzione dei pre-ordini in maniera proporzionale alla popolazione di ogni paese.  Ma molti stati membri hanno chiesto di avere un po' più di questo o quel vaccino e un po' meno di altri.   Visto che molti stati membri consideravano i vaccini Pfizer-BT e Moderna troppo nuovi e costosi, gli ordini per questi vaccini rischiavano di scendere sotto le quantità prefissate.   La Germania ed altri paesi si sono quindi offerti di comprare quello che mancava per ritornare alle quantità totali decise.

    L'Italia ha ordinato blocchi di decine di milioni di dosi di vari vaccini, ma inizialmente aveva anche lei scelto di comprare meno vaccini Pfizer-BT e Moderna.   Le quantità di questi due vaccini per l'Italia sono poi aumentate grazie alle dosi opzionali e ai contratti supplementari quando si è visto che questi due vaccini erano i primi disponibili ed erano molto apprezzati.

    Il più grosso pre-ordine italiano è stato per il vaccino J & J : 53 milioni di dosi.   L'Italia ha anche ordinato 40 milioni di dosi dell'AstraZeneca e 40 milioni di dosi del vaccino GSK-Sanofi (che arriverà soltanto a fine 2021 o nel 2022).

    E' chiaro che la combinazione di scelte diverse per paese e i tempi diversi di disponibilità dei vari vaccini hanno portato ad una situazione dove in ogni preciso momento la disponibilità di fiale per paese è diventata diversa dalla ripartizione proporzionale alla popolazione.   Questo punto è stato polemicamente sollevato dal cancelliere austriaco Kurz e da alcuni paesi dell'est UE.  Ma la cosa è veramente insopportabile quando si pensa che la differenziazione è stata chiesta dagli stati membri stessi e dipende dalle preferenze che hanno espresso.

    L'approccio da "cliente" della UE e l'influenza della politica hanno anche portato ad inserire nei contratti cose che non avrebbero dovuto esserci.   Per esempio, alla AZ l'UE ha chiesto che la produzione dei vaccini per la UE avvenisse sul territorio di questa (e nel REgno Unito).    Perché mai aver inserito una norma "Buy EU" in un contratto del genere ?   Il contratto tra UK e AZ non è stato negoziato dai funzionari del ministero della sanità britannico (anche se questi devono aver seguito passo passo ogni sviluppo), ma da un'imprenditrice del settore.   Per il Regno Unito l'importante era avere le dosi, non dove queste fossero prodotte.   Il più grosso produttore di vaccino Astra Zeneca è il Serum Institute of India, ma l'UE ha escluso che le dosi a lei destinate potessero venire dall'India.   Quante persone devono rimpiangere l'aver inserito questa norma !

    Le grosse differenze con Stati Uniti e UK sono nelle cifre spese per lo sviluppo e la produzione di vaccini.   Pro-capite, gli Stati Uniti hanno speso cinque volte quello ha speso l'Unione europea (i primi 15 miliardi di euro per 330 milioni di abitanti e la seconda circa 4 miliardi - compresi gli aiuti nazionali - per 445 milioni di abitanti).

    Tutti gli esperti avevano sempre sottolineato i rischi nella disponibilità di vaccini autorizzati e quelli nel passaggio ad una produzione su una scala mai conosciuta prima.   Nel 2019, la produzione mondiale di vaccini era di circa cinque miliardi di dosi all'anno (compresi i vaccini contro l'influenza).   Adesso stiamo chiedendo alle poche ditte che li producono di continuare a produrre quei cinque miliardi di dosi e di aggiungerci la produzione di almeno altre dieci miliardi di dosi all'anno di vaccini ant-Covid.

    Bisognava ascoltare e riprendere queste messe in guardia.   Invece la signora von der Leyen ha dato una versione troppo ottimistica della situazione.

    I contatti che il commissario Thierry Breton sta prendendo con le imprese per incitarle a fare accordi per la produzione di vaccini sono un'ottima cosa.   Ma avrebbero dovuto cominciare nell'estate 2020, non quando sono apparsi i primi problemi di consegna.

    Detto questo rimane il fatto che il comportamento dalla AstraZeneca è ingiustificabile.   Ma mi chiedo se questa ditta si sarebbe comportata nella stessa maniera se avesse potuto guadagnare qualcosa dalla produzione del vaccino. 

    L'accordo con l'università di Oxford la obbliga a vendere a prezzo di costo.   Nel contratto con l'UE sono previsti degli audit per determinare i costi effettivi e le modalità del rimborso che la ditta dovrebbe pagare se i costi risultassero inferiori a quanto pagato.    Ogni spesa supplementare della AstraZeneca per far fronte ad imprevisti non contemplati nei contratti si tradurrebbe in una riduzione dei suoi utili rispetto alla situazione in cui sarebbe stata se non avesse mai cominciato a produrre il vaccino.

    Nel breve termine la produzione di vaccini non può cambiare molto.   Basta vedere le discussioni tra i paesi europei per la ripartizione di dieci milioni di dosi che la Pfizer-BT ha offerto in più rispetto ai contratti.   Quello che si da in più agli uni, viene dato in meno agli altri.

    Gli accordi che si stanno facendo oggi per aumentare la produzione dei vaccini esistenti o ricorrere ad altri - per esempio l'accordo tra la regione Campania e i produttori dello Sputnik V - daranno risultati non prima dell'ultimo trimestre del 2021.   Per lo Sputnik V bisognerà anche trovare ditte che lo producano fuori dalla Russia perch& questo paese non ha la capacità di produrlo su larga scala.

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Materiali sui vaccini

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