Economia digitale

Questa discussione sarà purtroppo dedicata ai ritardi del nostro paese in questo campo e alla discussione di come correggerli.

Pubblicherò qui la versione più recente dell'indice sintetico elaborato dalla Commissione europea sull'uso delle tecnologie digitali nell'economia e nella società dei diversi paesi membri: il DESI (Digital Economy and Society Index.   L'edizione del 2021 ci vede all'ottavo posto partendo dal basso.   Comunque meglio del quartultimo posto dell'edizione del 2020.

Questo è il link al sito della Commissione europea sul DESI:    https://ec.europa.eu/digital-single-market/en/desi

DESI 2022

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Risposte

  • I vantaggi e i paradossi della 'Rete Unica' - Immagina

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    Da qualche tempo si parla della creazione di una “Rete Unica” nel campo delle telecomunicazioni.  Si vorrebbe creare una società partecipata da tutti…
  • Key4biz ha lanciato un'interessante iniziativa.
    "La PA che vorrei", al via il talk settimanale su Key4biz

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    Oggi alle 15 prima uscita de “La PA che vorrei”, talk settimanale in collaborazione con la SNAD - Scuola Nazionale di Amministrazione Digitale
  • Chi è dietro all'idea di "rete unica" controllata da Telecom Italia (TIM) sembra voler accelerare i tempi e avviare l'operazione prima che il governo Draghi corregga questo progetto scellerato. 

    Ricordo che Open Fiber, proprietà al 50 per cento ciascuna di ENEL e Cassa Depositi e Prestiti, è stata creata per fare concorrenza a TIM.   Si è creata una società controllata dal settore pubblico al cento per cento, che intervenisse – con fondi pubblici – dove il settore privato non poteva o voleva intervenire.   La rete costruita da questa società è affittata a tutte le società di servizio alle stesse identiche condizioni.  Una costruzione logica e che ha portato i suoi frutti. 

    Poi è nato lo sciagurato progetto "rete unica" appoggiato dal governo Conte 2 senza che la cosa fosse mai stata discussa pubblicamente.   Il via libera informale di Giuseppe Conte fu salutato da un post entusiasta di Beppe Grillo sul suo blog.   Questo progetto prevede la creazione di una nuova società con le reti di TIM, di Open Fiber e con il poco che altri eventuali operatori potessero apportare.   TIM avrebbe dovuto avere il 50.1 per cento delle azioni.   Ricordo che la dirigenza della CdP è stata indicata dal M5S. 

    Il progetto altro non è che un tentativo mascherato per aiutare TIM così come si sta facendo per Ilva e Alitalia.   Se non andasse in porto questo progetto scellerato, l'idea sarebbe di far prendere il controllo di TIM da parte di CdP che si incollerebbe quindi il debito di questa società (30 miliardi di euro al 30 settembre 2020).   A cosa serve la Cassa Depositi e Prestiti ?   Èil nuovo ITI degli ultimi tempi che socializzava le perdite ? 

    Sono subito apparsi mille problemi che il governo Conte 2 ha deciso di ignorare.   La Commissione europea ha subito dichiarato attraverso la signora Vestager che una futura società che avesse gestito questa rete unica non avrebbe mai potuto essere controllata da una società di servizi e avrebbe dovuto essere solo una società all'ingrosso (ossia senza rapporti diretti con gli utenti finali).   Purtroppo, le nostre  autorità indipendenti, dalla Consob all'Agcom passando per l'antitrust sono finora rimaste zitte; mostrando così di essere molto poco indipendenti. 

    L'ENEL ha anche indicato di non essere d'accordo con questo progetto che significava la fusione tra due società in aspra concorrenza tra di loro (cosa provata dalle tante cause giudiziarie in corso).   La reazione del governo Conte 2 è stata di spingere l'ENEL a vendere la sua quota azionaria ad un fondo privato (Macquarie), ma di vendere un pochino meno del suo 50 per cento perché il prezzo offerto da questo fondo sarebbe stato troppo alto (l'offerta iniziale del fondo valutava Open Fiber ad una cifra superiore al valore di mercato di Telecom Italia mettendo in pericolo la sua ambizione di avere il 50.1 per cento delle azioni).   Alla faccia della scelta del governo Conte 2 di aumentare il peso dell'intervento pubblico !   Si spinge l'ENEL a vendere ad un fondo privato australiano !   In ogni caso, la vendita a Macquairie ancora non è stata fatta. 

    Adesso Telecom Italia ha deciso di anticipare i tempi della sua assemblea e ha deciso di ricorrere ad una pratica poco comune: la lista dei futuri membri del Consiglio di Amministrazione è stata presentata dal consiglio uscente.   In questa lista è stato inserito il presidente della Cassa Depositi e prestiti, azionista certo di TIM, ma anche azionista al 50 per cento di Open Fiber.   È immaginabile che il presidente di una società in forte concorrenza con Telecom Italia sia parte del consiglio di amministrazione di quest'ultima?   Ogni operazione che riguardi le due società diventerà automaticamente una "operazione correlata" sottoposta a molti controlli supplementari. 

    E che cosa dicono le norme sul diritto societario quando due azionisti, (Vivendi e CdP) che insieme hanno più del 30 per cento delle azioni di Telecom Italia, mostrano di essere talmente d'accordo tra di loro da presentare di fatto una lista congiunta per il prossimo CdA ? 

    Molti esponenti del PD, soprattutto Delrio e Manzella, erano molto poco soddisfatti di questo progetto e avevano chiesto – senza ottenerla – una parlamentarizzazione di questo progetto, una sua discussione pubblica.   Spero che il governo Draghi corregga rapidamente questo processo.    Nessun paese industriale avanzato ha mai creato una rete unica (le uniche eccezioni sono Singapore e il Qatar).   Tutti hanno scelto la strada della concorrenza.   La creazione di una rete unica è ammissibile, ma a condizione di essere del tutto terza rispetto alle società che offrono i servizi di telecomunicazione.   Questa condizione farebbe perdere a TIM ogni interesse nel progetto.

  • Una conferma del fatto che il problema del momento non è tanto quello degli strumenti di cui uno stato dispone per intervenire nell'economia (esistono già tantissimi strumenti), ma di dove lo stato vuole che l'economia vada.

    La notizia riportata da Reuters mi lascia senza parole. Sembrerebbe che il governo italiano abbia dato il suo accordo all'ingresso del fondo KKR nella costituenda società Fibercop a condizione che il fondo non si opponga alla messa in opera dello sciagurato progetto di "rete unica".

    Quindi il nostro governo avrebbe usato uno strumento creato per proteggere settori strategici da take over ostili provenienti da imprese extra-europee per favorire la ricreazione di un monopolio nel settore delle telecomunicazioni fisse !

    https://www.reuters.com/article/us-italy-broadband-kkr-idUSKBN27T2SV

    Italy govt gives conditional OK to sale of stake in TIM's last-mile grid to KKR: sources
    The Italian government has given conditional clearance to the sale of a minority stake in Telecom Italia's (TIM) <TLIT.MI> last-mile network to U.S.…
  • https://www.key4biz.it/rete-unica-bassanini-open-fiber-sia-pubblica...

    Rete unica, Bassanini (Open Fiber) ‘Sia pubblica e wholesale only. Perplessità su assetto a control…
    Il presidente di Open Fiber Franco Bassanini in audizione in Commissione Trasporti e Tlc alla Camera: ‘Servono regole che garantiscano la sicurezza d…
  • https://www.key4biz.it/tim-tonfo-in-borsa-cresce-lincertezza-sul-pr...

    TIM, tonfo in Borsa. Cresce l'incertezza sul progetto rete unica
    Prosegue il trend ribassista del titolo TIM, che oggi in Borsa apre con un tonfo fino al 4% finendo sotto i 30 centesimi. Il mercato non sembra crede…
  • E quest'altro pezzo scrive "TIM and Open Fiber, a match made in infamy" !
     
    Is Italy running afoul of Margrethe Vestager’s ground rules for a digital Europe? - EconoTimes
    Since the European Commission brought together a historic 750 billion financial recovery package to invest the European Unions way out of the economi…
  • Anche la stampa internazionale comincia a preoccuparsi del pasticcio "rete unica".
     
    Concerns emerge over Italy’s ‘monopolistic’ Single Broadband Network plans
    Concerns have emerged among EU consumer groups that plans in Italy to establish a single firm overseeing the rollout of the country's future broadban…
  • Aumenta il numero di osservatori che si chiedono come faccia il nostro governo ad andare avanti imperterrito su di una strada sbagliata che le autorità europee non possono lasciare passare !
     
    Rete unica, ecco perché il progetto va notificato all’Antitrust Ue
    L'Antitrust Ue e quello italiano hanno tutti i motivi per analizzare da vicino il progetto di fusione fra Tim e Open Fiber per monitorare il rispetto…
  • Adesso si sono svegliate anche le associazioni per la difesa dei consumatori !
     
    Quand'è che il nostro governo si renderà conto del pasticcio in cui si è cacciato ?
     
    Rete unica, Euroconsumers e Altroconsumo alla Ue ‘Ritorno al monopolio un dann
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Discussioni precedenti

Che politica economica ?

Che politica economica ? 2017

Che politica economica ? 2013

 

Bufale e baggianate

Statistiche

C'è una grossa confusione sulle stime delle dimensioni dell'economia sommersa e della sua inclusione neile stime del PIL.   Questa nota spiega che l'economia sommersa è inclusa nelle stime del PIL in maniera adeguata in tutti i paesi industrializzati. E questo articolo ribadisce il concetto rispondendo a delle domande sul tema.

Una delle cose di cui tanti italiani sono convinti è che l'introduzione delle banconote e monete in euro abbia provocato un aumento dei prezzi.   Non è vero.   Questa nota lo spiega

Politica economica

Dal 2014 ad oggi in Italia non c'è stata nessuna austerità.   Non ha alcun senso sostenere che solo ora si starebbe mettendo fine a questa triste necessità.   Questo testo, che contiene due grafici, lo spiega.

 Questo altro testo demolisce la bufala incredibile sul tasso di conversione "sbagliato" o "svantaggioso" per la lira e "vantaggioso" per la Germania.   Nessuno ha mai scelto i tassi di conversione.   Come era già stato stabilito nel Trattato di Maastricht del 1992 si sono presi i tassi di mercato. 

Sistema finanziario

Questo pezzo spiega come la Banca d'Italia e le altre banche centrali dei paesi dell'eurozona siano tutte enti pubblici.   La BCE, di proprietà delle banche centrali dell'eurozona, è anch'essa un ente di diritto pubblico.   Che le banche centrali siano di proprietà privata è una bufala.

Girano cifre irrealistiche sul costo della ricapitalizzazione delle banche italiane.   Nel corso dell'ultima legislatura il costo delle ricapitalizzazioni o ristrutturazioni è stato inferiore ai 10 miliardi.   A questi si possono aggiungere i 3.9 miliardi spesi dal governo Monti per il MPS. Questa nota fornisce il dettaglio di questi interventi.

Questo fact-checking dell'AGI mostra come l'inchiesta della procura di Trani contro le agenzie di rating sia finita nel nulla (come era giusto e logico).

Posizioni mie

Alcuni affermano che un alto debito pubblico non costituirebbe un problema e che l'alto debito pubblico italiano sarebbe dovuto alla decisione di permettere alla Banca d'Italia di gestire in maniera indipendente la politica monetaria senza essere obbligata a comprare titoli di stato italiani (nel periodo precedente all'unione monetaria).   Queste teorie sono considerate strampalate da quasi tutti.   Ho cercato comunque di spiegare perché reagendo il 27 novembre as un video di Marco Bersani  e il 3 novembre ad uno di Francesco Amodeo.   Già nel passato avevo avuto l'occasione di criticare un errore madornale commesso da Paolo Barnard in un un suo intervento alla televisione.  E questo è un articolo del 4 marzo 2019 di Kenneth Rogoff, Modern Monetary Nonsense, che critica la Modern Monetary Theory su cui si appoggiano molte delle persone citate.

L'idea che l'avere una propria moneta permetta una maggiore libertà nella gestione del debito pubblioco è, per un'economia delle dimensioni di quella italiana, del tutto sbagliata.   Lo spiego in questo testo.

Un saldo primario positivo non è un segno di virtù economica.   E' solo una triste necessità.

Spesa pubblica in disavanzo ?   Questo breve testo spiega quale è il ragionamento economico alla base del sostegno della congiuntura attraverso un aumento della spesa pubblica in disavanzo.