Risposte

  • I DURI D'EUROPA
    Si poteva fare di più e meglio senza l'opposizione olandese. Ragioni elettorali.

    di FABIO COLASANTI | 10/04/2020

    Sono molto deluso dalla decisione dell'eurogruppo del 9 aprile per quanto riguarda l'uso del MES.   Nelle discussioni degli ultimi giorni era apparsa la disponibilità di quasi tutti i paesi a permettere in questo momento l'uso dei prestiti del MES praticamente senza condizioni macroeconomiche.   L'unico paese a rifiutare questa possibilità era l'Olanda.   Purtroppo l'eurogruppo del 9 aprile non è riuscito a superare le resistenze di questo paese (in parte dovute al clima pre-elettorale).   Trovo questo risultato molto deludente, perché chiude la possibilità di usare il MES in una maniera identica agli eurobond e ne riduce l'uso a delle cifre non molto significative. 

    Si è deciso di creare nel MES una linea di credito speciale chiamata "Pandemic Crisis Support".   Ogni paese dell'eurozona può richiederne l'uso per una cifra pari al due per cento del suo PIL alla sola condizione di impegnarsi ad usare questi fondi per il sostegno "diretto e indiretto dell'assistenza sanitaria reso necessario dalla crisi del Covid-19".   Questa linea di credito sarà disponibile per la durata della crisi del Covid-19. 

    È vero che ogni paese spende per l'assistenza sanitaria pubblica una cifra tra il 5 e l'8 per cento del proprio PIL e che con un minimo di creatività si potrebbe giustificare il ricorso a tutto il due per cento disponibile.   Ma una soluzione ragionevole poteva prevedere l'uso di più o meno la metà della capacità di prestito residua del MES (circa 200 miliardi) per prestiti chiesti ora durante la crisi Covid.   Questo era il senso della proposta avanzata qualche giorno fa da un gruppo di economisti di vari paesi: A proposal for a Covid Credit Line .

    La possibilità di chiedere prestiti avrebbe naturalmente dovuto essere estesa a tutti i paesi dell'eurozona, con la possibilità per alcuni paesi di indicare di non averne bisogno e di permettere ad altri paesi di utilizzare la propria quota.   Questo avrebbe permesso di soddisfare senza difficoltà, alle condizioni tripla A del MES, le necessità di finanziamento dei tre/cinque paesi che potessero aver avuto bisogno di prestiti a tassi di interesse bassi (probabilmente una cifra complessiva tra i 150 e i 200 miliardi di euro). 

    L'introduzione di eurobond per finanziare spese comuni rappresentava un ostacolo molto più significativo.   Toccava questioni di principio molto importanti.   Non mi aspettavo che questo ostacolo potesse essere superato.   Ma la concessione di prestiti del MES ai paesi che oggi pagano tassi di interessi alti per un totale di 150/200 miliardi avrebbe costituito una soluzione identica dal punto di vista economico e dal punto di vista della condivisione del rischio per il nuovo indebitamento. 

    Nell'insieme esiste una risposta europea consistente: gli interventi della BCE per 1100 miliardi di euro, gli allentamenti delle condizioni regolamentari che potrebbero permettere più di 1000 miliardi di nuovi prestiti da parte del settore bancario, il rafforzamento delle attività della BEI per 200 miliardi, gli eurobond del progetto SURE per 100 miliardi e 200 miliardi disponibili attraverso la nuova linea del MES e altri duecento miliardi sempre disponibili dal MES in caso di necessità più classiche.   Ci sono poi gli interventi regolamentari, dalla sospensione delle regole di bilancio all'allentamento di quelle sugli aiuti di stato, e tanti interventi pratici in settori che aiutano a far fronte all'emergenza sanitaria. 

    Non si può sostenere che l'Unione europea, attraverso le sue istituzioni, non abbia agito bene.   Quello che lascia un sapore amaro in bocca è che si sarebbe potuto fare ancora di più e non è stato fatto per l'impuntatura di un solo paese.   

    È difficile criticare le posizioni prese da paesi a causa di problemi di politica interna sapendo quante ne abbiamo conosciute anche nel nostro paese.    Nelle discussioni in corso avevamo la posizione incomprensibile imposta al governo dal M5S che non voleva si utilizzasse il MES in qualsiasi caso.   Se l'eurogruppo avesse preso una posizione del tipo di quella che mi aspettavo, si sarebbe potuto quantificare in maniera precisa il costo dell'impuntatura dei 5S calcolando la differenza di tasso di interesse sui 70/80 miliardi che l'Italia avrebbe potuto avere.   Ma l'impuntatura olandese ha salvato i 5S da questo calcolo.   La possibilità di ottenere prestiti senza condizioni dal MES di queste dimensioni è scomparsa. 

    Difficile dire se si sarebbe potuto negoziare diversamente.   Qualche giorno fa Mario Monti aveva suggerito di farlo discutendo direttamente con i leader politici chiave e di non farlo attraverso il megafono dei media.   Ma non so se un'altra strategia avrebbe potuto cambiare qualcosa.   Purtroppo non penso che nel clima deteriorato attuale il Consiglio europeo possa trovare una maniera di riaprire la questione.   I due contendenti alla vittoria nelle prossime elezioni olandesi, il ministro delle finanze, Wopke Hoekstra, e il primo ministro attuale, Mark Rutte, sono impegnati in una gara a chi si mostra più duro e hanno blindato le loro posizioni con dei voti parlamentari. 

    Sono deluso e immagino che altri lo siano ugualmente.  Ma "questa" Europa rimane sempre di gran lunga preferibile al non essere in Europa.   Non dimentichiamolo mai.

    A proposal for a Covid Credit Line
    It is in the interest of every EU member state that countries in the Union hit by the coronavirus are able to take the necessary measures to control…
  • I DURI D'EUROPA
    Si poteva fare di più e meglio senza l'opposizione olandese. Ragioni elettorali.

    di FABIO COLASANTI | 10/04/2020

    Sono molto deluso dalla decisione dell'eurogruppo del 9 aprile per quanto riguarda l'uso del MES.   Nelle discussioni degli ultimi giorni era apparsa la disponibilità di quasi tutti i paesi a permettere in questo momento l'uso dei prestiti del MES praticamente senza condizioni macroeconomiche.   L'unico paese a rifiutare questa possibilità era l'Olanda.   Purtroppo l'eurogruppo del 9 aprile non è riuscito a superare le resistenze di questo paese (in parte dovute al clima pre-elettorale).   Trovo questo risultato molto deludente, perché chiude la possibilità di usare il MES in una maniera identica agli eurobond e ne riduce l'uso a delle cifre non molto significative. 

    Si è deciso di creare nel MES una linea di credito speciale chiamata "Pandemic Crisis Support".   Ogni paese dell'eurozona può richiederne l'uso per una cifra pari al due per cento del suo PIL alla sola condizione di impegnarsi ad usare questi fondi per il sostegno "diretto e indiretto dell'assistenza sanitaria reso necessario dalla crisi del Covid-19".   Questa linea di credito sarà disponibile per la durata della crisi del Covid-19. 

    È vero che ogni paese spende per l'assistenza sanitaria pubblica una cifra tra il 5 e l'8 per cento del proprio PIL e che con un minimo di creatività si potrebbe giustificare il ricorso a tutto il due per cento disponibile.   Ma una soluzione ragionevole poteva prevedere l'uso di più o meno la metà della capacità di prestito residua del MES (circa 200 miliardi) per prestiti chiesti ora durante la crisi Covid.   Questo era il senso della proposta avanzata qualche giorno fa da un gruppo di economisti di vari paesi: A proposal for a Covid Credit Line .

    La possibilità di chiedere prestiti avrebbe naturalmente dovuto essere estesa a tutti i paesi dell'eurozona, con la possibilità per alcuni paesi di indicare di non averne bisogno e di permettere ad altri paesi di utilizzare la propria quota.   Questo avrebbe permesso di soddisfare senza difficoltà, alle condizioni tripla A del MES, le necessità di finanziamento dei tre/cinque paesi che potessero aver avuto bisogno di prestiti a tassi di interesse bassi (probabilmente una cifra complessiva tra i 150 e i 200 miliardi di euro). 

    L'introduzione di eurobond per finanziare spese comuni rappresentava un ostacolo molto più significativo.   Toccava questioni di principio molto importanti.   Non mi aspettavo che questo ostacolo potesse essere superato.   Ma la concessione di prestiti del MES ai paesi che oggi pagano tassi di interessi alti per un totale di 150/200 miliardi avrebbe costituito una soluzione identica dal punto di vista economico e dal punto di vista della condivisione del rischio per il nuovo indebitamento. 

    Nell'insieme esiste una risposta europea consistente: gli interventi della BCE per 1100 miliardi di euro, gli allentamenti delle condizioni regolamentari che potrebbero permettere più di 1000 miliardi di nuovi prestiti da parte del settore bancario, il rafforzamento delle attività della BEI per 200 miliardi, gli eurobond del progetto SURE per 100 miliardi e 200 miliardi disponibili attraverso la nuova linea del MES e altri duecento miliardi sempre disponibili dal MES in caso di necessità più classiche.   Ci sono poi gli interventi regolamentari, dalla sospensione delle regole di bilancio all'allentamento di quelle sugli aiuti di stato, e tanti interventi pratici in settori che aiutano a far fronte all'emergenza sanitaria. 

    Non si può sostenere che l'Unione europea, attraverso le sue istituzioni, non abbia agito bene.   Quello che lascia un sapore amaro in bocca è che si sarebbe potuto fare ancora di più e non è stato fatto per l'impuntatura di un solo paese.   

    È difficile criticare le posizioni prese da paesi a causa di problemi di politica interna sapendo quante ne abbiamo conosciute anche nel nostro paese.    Nelle discussioni in corso avevamo la posizione incomprensibile imposta al governo dal M5S che non voleva si utilizzasse il MES in qualsiasi caso.   Se l'eurogruppo avesse preso una posizione del tipo di quella che mi aspettavo, si sarebbe potuto quantificare in maniera precisa il costo dell'impuntatura dei 5S calcolando la differenza di tasso di interesse sui 70/80 miliardi che l'Italia avrebbe potuto avere.   Ma l'impuntatura olandese ha salvato i 5S da questo calcolo.   La possibilità di ottenere prestiti senza condizioni dal MES di queste dimensioni è scomparsa. 

    Difficile dire se si sarebbe potuto negoziare diversamente.   Qualche giorno fa Mario Monti aveva suggerito di farlo discutendo direttamente con i leader politici chiave e di non farlo attraverso il megafono dei media.   Ma non so se un'altra strategia avrebbe potuto cambiare qualcosa.   Purtroppo non penso che nel clima deteriorato attuale il Consiglio europeo possa trovare una maniera di riaprire la questione.   I due contendenti alla vittoria nelle prossime elezioni olandesi, il ministro delle finanze, Wopke Hoekstra, e il primo ministro attuale, Mark Rutte, sono impegnati in una gara a chi si mostra più duro e hanno blindato le loro posizioni con dei voti parlamentari. 

    Sono deluso e immagino che altri lo siano ugualmente.  Ma "questa" Europa rimane sempre di gran lunga preferibile al non essere in Europa.   Non dimentichiamolo mai.

    A proposal for a Covid Credit Line
    It is in the interest of every EU member state that countries in the Union hit by the coronavirus are able to take the necessary measures to control…
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