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Il primo grafico mostra l'andamento del PIL reale dell'Italia, degli altri 18 paesi dell'eurozona e degli Stati Uniti dal 1999 (primo anno dell'unione monetaria) ad oggi. Il grafico mostra il ritardo di crescita dell'Italia rispetto agli altri paesi dell'eurozona e rispetto agli Stati Uniti. L'Italia è ancora lontana dal ritrovare il livello di reddito del 2007. Ma questo grafico mostra anche che gli Stati Uniti sono cresciuti più rapidamente del resto dell'eurozona.
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Il secondo grafico mostra invece l'andamento del reddito reale pro-capite per gli stessi paesi e per lo stesso periodo. L'andamento del tasso di crescita di questo aggregato negli Stati Uniti e nel resto dell'eurozona è praticamente identico. Questo mostra che la differenza nella crescita del PIL mostrata dal primo grafico è interamente dovuta alla crescita più rapida della popolazione negli Stati Uniti rispetto al resto dell'eurozona.
E in effetti il tasso di crescita medio della popolazione negli Stati Uniti in questi 19 anni è stato leggermente superiore allo 0.9 per cento mentre nell'insieme degli altri 18 paesi dell'eurozona non è arrivato allo 0.4 per cento. In Italia, questo tasso di crescita è stato di poco superiore allo 0.3 per cento.
L'insieme dei due grafici mostra che – nei limiti del raffronto con un solo paese, anche se molto importante come gli Stati Uniti – non esiste un problema di crescita dell'eurozona.
Esiste invece un grosso problema di mancanza di crescita dell'Italia. In termini di PIL pro-capite il nostro paese nel 2013-2014 è sceso al livello del 1997 ed ha ritrovato il livello del 1999 solo nel 2018. Ma in quest'ultimo anno (2018) il livello nel nostro PIL pro-capite è ancora inferiore a quello del 2007 di un buon sette per cento. Tanti hanno l'impressione di stare peggio di come stavano dieci anni fa e le statistiche dicono che hanno perfettamente ragione.