Sono un economista in pensione molto preoccupato dal declino economico e sociale del nostro paese. I casi della vita mi hanno permesso di viaggiare molto e di imparare varie lingue straniere. Questo mi permette di vedere i problemi italiani alla luce di quelli di altri paesi. Molte volte mi chiedo perché non si copino le tante buone soluzioni per questo o quel problema che sono state identificate in un paese o in un altro. In un gruppo di discussioni online che ho frequentato per anni una persona proponeva in continuazione l'istituzione nel nostro paese di un Ministero della Fotocopia.
Ho fatto studi di economia all'università La Sapienza di Roma avendo come relatore per la tesi il professor Federico Caffè che aveva incaricato di seguirmi nella sua preparazione un suo giovane e brillante assistente: Ezio Tarantelli. Con una borsa di studio del Ministero degli Esteri ho poi studiato economia al Collegio d'Europa di Bruges in Belgio.
Dopo aver lavorato a Roma per alcuni anni (anche durante gli studi) ho vinto un concorso come economista alla Commissione europea dove ho lavorato per oltre trenta anni. Durante i primi venti ho lavorato come economista sulle finanze pubbliche italiane, sul Sistema monetario europeo, ho coordinato le previsioni economiche della Commissione e la redazione dei documenti d'analisi economica (rapporti economici annuali, raccomandazioni di politica economica).
Tra l'inizio del 1985 e la fine del 1987 sono stato il portavoce di Jacques Delors per gli affari monetari. Grazie a questo ho fatto parte delle delegazioni della Commissione europea a tre riunioni del G7. Ho redatto materialmente (sotto la supervisione di tante persone) il capitolo macroeconomico del Libro bianco di Jacques Delors del 1993. La mattina del primo gennaio del 1999 la Rai celebrò il lancio dell'unione monetaria con un programma di quasi tre ore condotto da Paolo Frajese dallo studio di Bruxelles. Io ero l'esperto nello studio che rispondeva alle domande dei telespettatori e di Frajese.
Successivamente sono stato responsabile del settore che si occupava delle entrate del bilancio dell'Unione europea e ho poi diretto due dipartimenti della Commissione europea: quello che si occupava della politica industriale e poi quello per l'industria digitale e le telecomunicazioni.
Nel 1999 ho avuto la fortuna di essere scelto da Romano Prodi come vice-capo del suo gabinetto quando diventò presidente della Commissione europea. È stata un'esperienza ricchissima che mi condotto a sviluppare una grande stima personale per il "prof".
Gli ultimi quindici anni della mia vita professionale nella Commissione europea mi hanno dato un'esperienza diretta del funzionamento della Commissione europea, del Consiglio dei ministri e del Parlamento europeo. Ho assistito a molte riunioni del Consiglio dei ministri e ho partecipato a vari negoziati con il Consiglio dei ministri e il Parlamento europeo. I tre anni in cui sono stato uno dei portavoce della Commissione europea mi hanno fatto capire la maniera di funzionare del mondo della stampa (anche se molte cose sono oggi cambiate).
Come ho già menzionato, i casi della vita (un anno a Londra quando ne avevo 18, vari soggiorni in Francia, una moglie tedesca e una nonna spagnola) mi hanno portato ad imparare bene queste quattro lingue che ho usato frequentemente nella mia vita professionale, anche per conferenze e dibattiti pubblici. Ho anche imparato abbastanza greco da poter leggere un discorso in questa lingua di fronte al primo ministro Kostas Karamanlis.
Il mio lavoro mi ha portato a visitare, anche molte volte, tutti e 28 i paesi dell'Unione europea attuale. In tanti anni di lavoro alla Commissione ho avuto contatti con i governi e la pubblica amministrazione di tutti gli stati membri. Il lavoro, e soprattutto gli interessi personali, mi hanno portato a viaggiare molto anche in tutti i principali paesi industrializzati ed emergenti dal Giappone alla Nuova Zelanda, dal Brasile all'Africa del Sud, dalla Cina all'Arabia Saudita, dal Canada all'Armenia, dall'Argentina a Singapore, dalla Corea agli Stati Uniti, paese quest'ultimo dove sono stato decine di volte.
Da alcuni anni sono in pensione e faccio le cose classiche che fanno i pensionati. Sono stato presidente di un think-tank, membro del consiglio di amministrazione di un altro e, al momento, sono membro del consiglio di amministrazione di una società quotata in borsa. Scrivo ogni tanto articoli su vari temi e da alcuni anni organizzo con due amici un seminario ristretto sui problemi della zona euro che si tiene in luglio in un centro culturale italo-tedesco (Villa Vigoni). Dopo essere andato in pensione mi sono interessato maggiormente alla politica italiana e mi sono iscritto al Partito Democratico.
Vivo ancora a Bruxelles, cosa che mi incoraggia a seguire l'attualità politica in vari paesi europei e mi permette di farlo facilmente. Il programma di informazione standard dei giorni in cui siamo a casa è il TG di Rai3 alle 19.00, il telegiornale belga francofono della RTBF alle 19.30 ed il Tagesschau tedesco della ARD alle 20.00. Se c'è una ragione per farlo, abbiamo accesso ai telegiornali francesi, a quelli della BBC, a quelli della televisione spagnola e a tanti altri, dalla CNN ad Al Jazeera.