Dal 1992 ad oggi, l'Italia è cresciuta sistematicamente di meno degli altri 18 paesi dell'eurozona attuale.
Questi paesi hanno le stesse norme per quanto riguarda i prodotti e servizi, per quanto riguarda la concorrenza e la protezione dei consumatori, operano con gli stessi accordi commerciali, hanno il nostro stesso tasso di cambio, hanno la nostra stessa politica monetaria e sono sottoposti agli stessi vincoli di bilanco.
La nostra crescita è evidentemente frenata da fattori interni italiani.
Questo grafico, simile ai primi quattro, conferma che il tasso di crescita medio italiano del periodo (0.8 per cento) è il più basso di tutti i paesi dell'eurozona.
Questo grafico mostra il livello del PIL dell'Italia e del resto dell'eurozona. L'Italia non ha ancora recuperato il livello del PIL reale del 2008.
Questo grafico mostra il livello del PIL dell'Italia e di tre altri paesu. Mostra come nel periodo dal 1990 ad oggi, l'Italia abbia avuto un tasso di crescita nell'insieme del periodo addirittura più basso di quello della Grecia che ha avuto sette anni di recessione.
La nostra economia, oltre a crescere meno, reagisce più lentamente di altre alle recessioni. Nel 2012-2013 la metà dei paesi europei è andata in recessione. Ma, eccezion fatta per la Grecia che è rimasta in recessione per vari anni, l'economia italiana è quella che è uscita più lentamente dalla recessione di quei due anni.
La situazione descritta dai grafici precedenti si riflette evidentemente sulla posizione relativa dell'Italia. Siamo passati da essere un paese con un reddito procapite superiore alla media dell'eurozona ad essere un paese relatvamente povero, con un reddito pro-capite inferiore alla media di quello degli altri paesi.