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  • LE COSE DA FARE SUBITO

    Coordinare meglio gli aiuti, fare in fretta e pensare anche all'Africa.

    di FABIO COLASANTI | 22/04/2020

     

    Cosa dovrebbe decidere il Consiglio europeo del 23 aprile ?

    Mi permetto di suggerire al Consiglio europeo di prendere decisioni su quattro punti:

    1. a) le dimensioni delle misure economiche di contrasto della recessione che tutti i paesi dell'Unione europea devono prendere adesso;
    2. b) la natura e le modalità di un piano di sostegno della crescita in Europa nel corso dei prossimi anni;
    3. c) un piano di aiuti per i paesi emergenti e, soprattutto, per quelli africani;
    4. d) un sostegno massiccio allo sviluppo di un vaccino contro il Covid-19 che sia disponibile a tutti a basso costo. 

    Il lockdown che è stato necessario prendere per appiattire la curva delle ospedalizzazioni dovute al Covid-19 (e che non terminerà completamente prima di parecchio tempo) sta avendo oggi conseguenze gravissime sulla disoccupazione, sulle condizioni sociali di gran parte della popolazione e sulla struttura produttiva delle economie di tutti i paesi.   Tutte le recessioni colpiscono soprattutto i più deboli, ma questa lo sta facendo più di altre.   Moltissime imprese spariranno, soprattutto tra quelle di dimensioni medie e piccole.   E non saranno necessariamente le imprese meno efficienti. 

    È interesse comune che tutti i paesi reagiscano rapidamente e in maniera adeguata.   Siamo in una situazione dove il coordinamento delle politiche economiche è più che mai necessario.   Le indicazioni che ci vengono dalle analisi disponibili indicano che i paesi europei, nel loro insieme, stanno spendendo meno di quello che stanno spendendo gli Stati Uniti (dove forse la spesa è sostenuta anche da considerazioni elettorali), la Cina e il Giappone. 

    Ma cosa più grave, le misure annunciate finora indicano che gli stimoli offerti dai paesi europei sono molto diversi tra di loro: l'Austria, la Germania e, in misura minore, la Francia starebbero spendendo molto di più di Spagna e Italia.  Se alcuni paesi non facessero tutto quello che è necessario non danneggerebbero solo le loro economie, ma anche quelle dei loro partner. 

    Il Consiglio europeo dovrebbe riaffermare la volontà di tutti i paesi europei di fornire un grosso stimolo economico per proteggere (inevitabilmente solo in parte) le famiglie e le imprese dalla recessione in corso.   Dovrebbe ricordare che tutti i paesi, grazie anche all'azione della BCE, hanno già oggi accesso a finanziamenti più che sufficienti per le misure da prendere nel 2020.   Non sarebbe male se il Consiglio europeo potesse anche dare un'indicazione quantitativa (in termini di percentuale del PIL) delle vere spese di bilancio aggiuntive che gli stati membri si impegnerebbero ad effettuare nel 2020. 

    Sarebbe anche necessario che la BCE riaffermasse la sua volontà di fare tutto il necessario per mantenere la stabilità sui mercati finanziari che negli ultimi giorni hanno mostrato qualche segno di nervosismo. 

    Questo primo punto è molto più importante di qualsiasi piano di rilancio si possa decidere con un Recovery Fund finanziato o no dall'emissione di eurobond.    Se i danni alle nostre società e alle nostre economie fossero troppo gravi, un programma di sostegno per i prossimi anni avrebbe poco effetto.   L'esperienza della crisi finanziaria del 2008 ha mostrato che i paesi che sono intervenuti sulle loro banche rapidamente ed in maniera massiccia hanno ottenuto i risultati migliori.   

    Fare arrivare il sostegno pubblico a chi ne ha bisogno è un compito molto difficile, le capacità amministrative di alcuni paesi potrebbero non essere adeguate.   Che tutti i paesi rispondano efficacemente alla crisi è un interesse comune.   Il Consiglio europeo dovrebbe prendere l'impegno di riesaminare regolarmente e frequentemente l'azione di ogni paese per valutarne l'efficacia.   In questo momento ci si dovrebbe preoccupare meno dell'assenza di condizionalità su alcuni prestiti e molto di più del come rispondere all'interesse comune di tutti i paesi dell'Unione. 

    Il Consiglio europeo dovrebbe naturalmente prendere una decisione di principio sufficientemente dettagliata sul lancio di un Recovery Fund, sul suo finanziamento e sulle sue possibili modalità di funzionamento (spese comuni a livello europeo, trasferimenti unilaterali a dei paesi, prestiti a bassi tassi di interesse a chi dovrebbe pagare tassi di interesse più alti andando da solo sul mercato, prestiti a tutti i paesi).   Su questo punto ci sono molte proposte sul tavolo.   È importante che la decisione sia convincente nei confronti dell'opinione pubblica, delle famiglie e delle imprese.   Il recupero da una crisi dipende moltissimo dalla fiducia di tutti. 

    Come terzo punto il Consiglio europeo dovrebbe annunciare che una parte dei fondi del Recovery Fund sarà destinata ai paesi emergenti e, soprattutto, ai paesi africani per aiutarli a far fronte alla crisi che il Covid-19 sta provocando anche da loro.   Questi paesi non hanno le strutture sanitarie e sistemi di protezione sociale che esistono nei paesi industrializzati.   Aiutarli è una cosa giusta e necessaria di per se, ma è anche una cosa nel nostro interesse.   Pensiamo a quanto le conseguenze economiche della recessione dovuta al Covid-19 faranno aumentare la pressione migratoria che viene da quei paesi. 

    Infine il Consiglio europeo dovrebbe annunciare la messa a disposizione di 750 milioni o di un miliardo di euro per lo sviluppo di un vaccino contro il Covid-19 come proposto in un contributo di Reinhilde Veugelers e Georg Zachmann del think-tank Bruegel.   Ci sono molti progetti in corso, ma il compito è molto complesso, il risultato non è garantito e i fondi per le varie tappe del processo di autorizzazione di un vaccino sono insufficienti.   Ma quello che è più importante è che il vaccino che si scoprirà un giorno sia disponibile per tutti, a costi bassi e in quantità massicce.   Non è sicuro che tutti i progetti in corso e gli stanziamenti di Cina e Stati Uniti portino a questo risultato. 

    I primi due punti sono importanti per le nostre economie, soprattutto il primo, il terzo e il quarto punto sarebbero degli elementi molto importanti per dare corpo all'idea di Unione europea che in molti abbiamo e che Emmanuel Macron ha ben espresso nell'intervista rilasciata al Financial Times sabato scorso.

     

    Racing against COVID-19: a vaccines strategy for Europe | Bruegel
    This Policy Contribution proposes a staged support scheme to tackle the COVID-19 vaccine challenge and a moon shot programme to meet the challenge of…
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