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    TUTTO QUELLO CHE C'È DA SAPERE SUL MES

    Per l'Italia è un affare da sei miliardi.

    di FABIO COLASANTI | 09/05/2020

    Oggi dovrebbe terminare la discussione surreale sul MES e sull'uso dei fondi messi a disposizione degli stati membri attraverso la nuova linea di credito ("Pandemic Crisis Support") decisa dall'eurogruppo il 9 aprile scorso e confermata dal Consiglio europeo del 23 aprile.   Disponiamo di oltre 60 pagine di documenti che rispondono a tutte le domande che possono essere poste.   Ma l'Italia è un paese particolare dove i fatti non sembrano influenzare molto le posizioni. 

    Il comunicato dell'eurogruppo (i cui membri costituiscono anche il Consiglio dei governatori del MES) ribadisce che la nuova linea di credito mette a disposizione di tutti gli stati membri di questo organismo (gli stati che partecipano all'unione monetaria) dei prestiti fino ad una cifra pari al due per cento del PIL del 2019 alla sola condizione che questi prestiti siano usati per far fronte alle spese dirette e indirette dovute alla cura e prevenzione del Covid-19.   Durante la conferenza stampa che si è tenuta dopo la riunione dell'eurogruppo, il managing director del MES, Klaus Regling, ha indicato che non sarà difficile per ogni paese identificare spese che rispondano alla definizione fornita e che arrivino ad una cifra pari al due per cento del PIL. 

    Questi prestiti saranno messi a disposizione degli stati membri che ne faranno richiesta senza le condizioni di politica macroeconomica che accompagnano gli altri prestiti del MES.   Il comunicato dell'eurogruppo del 9 aprile aveva indicato che i prestiti sulla base della nuova linea di credito sarebbero stati concessi sulla base di condizioni standard uguali per tutti i paesi. 

    Per permettere la definizione di queste condizioni standard la Commissione europea ha già trasmesso al MES la documentazione che di solito deve produrre per ogni prestito concesso da questo organismo (sulla base del regolamento UE 472/13 e sulla base dell'articolo 13.1 del Trattato sul MES).   Ha trasmesso questa documentazione per tutti i paesi dell'eurozona. 

    La Commissione europea ha trasmesso la sua valutazione dell'ammissibilità all'uso di questi prestiti per tutti i paesi membri.   Ha trasmesso un'analisi dei rischi sulla stabilità finanziaria dell'insieme della zona euro, un'analisi della sostenibilità del debito pubblico di ogni paese, una stima dei bisogni finanziari che questi hanno a causa della crisi del Covid-19 e un'analisi della sostenibilità della posizione esterna dei cinque paesi che finora hanno richiesto l'aiuto del MES o del suo predecessore (lo EFSF): Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna e Cipro.   

    In una lettera firmata dal vice presidente Valdis Dombrovskis e dal commissario Paolo Gentiloni, la Commissione europea ha anche specificato che i suoi rapporti periodici su questi prestiti saranno limitati all'uso effettivo dei fondi per i costi diretti e indiretti dovuti alla lotta contro il Covid-19.   Inoltre la Commissione non effettuerà missioni nei paesi membri per verificare l'uso di questi fondi, a parte le missioni che vengono effettuate normalmente nel quadro del cosiddetto "semestre europeo". 

    Anche se non ce n'era bisogno, la Commissione ha specificato di non vedere alcun motivo per il quale si possa attivare la procedura dell'articolo 3.7 del regolamento 472 del 2013, quella che permette la modifica da parte del Consiglio di un piano di aggiustamento strutturale che in questo caso non esiste.    Ha indicato esplicitamente che gli articoli 7 e 14 di questo regolamento non si applicano alle operazioni della nuova linea di credito (articoli che prevedono una sorveglianza delle condizioni macroeconomiche e della situazione del settore finanziario del paese beneficiario).   Infine, la Commissione ha indicato che l'obbligo di sorveglianza che la Commissione ha su queste operazioni terminerà nel momento in cui gli stati membri avranno speso i fondi ricevuti in prestito. 

    Da parte sua, la BCE ha trasmesso il suo accordo con le analisi effettuate dalla Commissione europea e la sua analisi che mostra l'assenza di problemi di insolvenza nei sistemi finanziari dei vari paesi che potrebbero far richiesta di questi prestiti.  

    Nell'insieme, le due istituzioni europee – Commissione europea e BCE – hanno fatto rapidamente tutto quello che era loro richiesto per l'attivazione di questi prestiti.   Tutte le analisi tecniche che la legislazione in vigore prevede per la concessione di prestiti da parte del MES sono già disponibili e per tutti i paesi (l'essenziale delle oltre sessanta pagine di documenti disponibili sul sito dell'Eurogruppo riguarda queste analisi tecniche).   L'eurogruppo ha indicato che questi prestiti – per un totale di 240 miliardi di euro – saranno disponibili dal primo giugno prossimo.   Questi prestiti potranno essere richiesti per un periodo di 12 mesi a partire da questa data; periodo estendibile per due volte per altri sei mesi. 

    Il comunicato dell'eurogruppo indica anche che i prestiti avranno una durata media che può arrivare a dieci anni.   I prestiti sono di solito erogati in diverse fasi con la scadenza dei rimborsi che dipende dalla data di versamento di ogni importo intermedio. 

    Il comunicato dell'eurogruppo precisa anche che i prestiti del MES saranno concessi alle condizioni che il MES spunterà sul mercato più un margine di 10 punti base mentre la commissione destinata a coprire le spese di funzionamento del MES è fissata a mezzo punto base.   In più, ci sarà una commissione iniziale una tantum pari a 25 punti base.   Queste condizioni sono leggermente migliori di quelle applicabili alla linea precauzionale del MES. 

    Il managing director del MES, Klaus Regling, ha affermato durante la conferenza stampa che ha avuto luogo dopo la riunione dell'eurogruppo che i prestiti del MES comporteranno il pagamento di un tasso di interesse annuo dello 0.1 per cento, sulla base del costo della raccolta in questo momento (costo vicino allo zero). 

    Il dibattito italiano sul MES ha sempre avuto aspetti incomprensibili che potevano essere confutati facilmente sulla base di alcune semplici deduzioni logiche, ma oggi si dispone di tutti i documenti necessari a rispondere – citando documenti ufficiali - alle tantissime affermazioni fantasiose che sono state fatte sui "pericoli" del ricorso al MES.   La lettera della Commissione europea sulla maniera come seguirà l'utilizzo di questi prestiti contiene molte affermazioni ovvie e superflue che rispondono però ad argomentazioni avanzate nel dibattito italiano.

    Se il governo italiano non richiedesse questi 36 miliardi di prestiti con un creditore pubblico istituzionale (non con l'emissione di titoli sul mercato), senza condizioni macroeconomiche e a tassi di interesse irrisori provocherebbe un grosso danno erariale.   Ieri sera il tasso di interesse sui titoli italiani a dieci anni era pari all'1.79 per cento.   Il ricorso al prestito del MES permetterebbe di risparmiare 600 milioni di euro all'anno sugli interessi o 6 miliardi su dieci anni.   Quante cose può fare un governo con cifre simili ? 

    Eurogroup Statement on the Pandemic Crisis Support
    The Eurogroup adopted a statement setting out the features and standardised terms of the Pandemic Crisis Support to be provided by the European Stabi…
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