Oggi il Corriere della Sera pubblica un articolo di Aldo Cazzullo dal titolo: "Vaccini, gli errori dell'Europa".   L'articolo parte da una premessa completamente errata, che la scelta delle quantità di ogni vaccino da ordinare fosse stata fatta dalla Commissione europea.   Non è così.   La Commissione europea, con l'aiuto degli stati membri, ha negoziato dei contratti quadro con un certo numero di ditte.    Ma le quantità di ogni vaccino da acquistare sono state dai decise dai singoli paesi.   L'articolo contiene anche un certo numero di altre imprecisioni. 

Ieri sera, non appena scoperto l'articolo, ho inviato questo messaggio all'indirizzo e-mail di Aldo Cazzullo, a quello delle lettere al direttore e a quello di Paolo Lepri (con il quale avevo avuto dei contatti nel passato).   Ho poi inviato il messaggio anche a Federico Fubini che conosco personalmente. 

Penso valga la pena di far conoscere gli argomenti che avanzo per contrastare un'altra disinformazione molto dannosa, anche se involontaria. 

Inizio della nota

L'articolo Vaccini, gli errori dell'Europa di Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera del primo marzo rischia di creare impressioni sbagliate.   L’UE non ha mai “puntato tutto sul vaccino AstraZeneca”; semmai è il nostro governo che ha espresso una certa preferenza per questo vaccino.   La Commissione europea ha fatto dei contratti-quadro con un certo numero di ditte.   Ma, entro certi limiti, le quantità di ogni vaccino da acquistare sono state modulate in funzione delle preferenze di ogni paese.   E le “correzioni” introdotte successivamente da alcuni paesi non sono andate come descritto nell’articolo.

Prima degli ultimi acquisti (annunci di metà febbraio) di dosi supplementari dei vaccini Pfizer-BioNTech e Moderna, la Commissione europea aveva preordinato 400 milioni di dosi del vaccino Pfizer-BioNTech; 405 milioni di dosi del vaccino CureVac; 400 milioni di dosi del vaccino J&J, 400 milioni di dosi del vaccino AstraZeneca, 300 milioni di dosi del vaccino Sanofi e 160 milioni di dosi del vaccino Moderna.   Queste cifre non permettono certo di sostenere che l'UE "avrebbe puntato tutto sul vaccino AstraZeneca". 

Ma che gli stati membri abbiano espresso preferenze è provato dalle differenze, a volte sensibili, nella ripartizione dei loro acquisti.  La Commissione europea ha vegliato a che le quantità totali per paese fossero proporzionali alla popolazione di ogni paese, ma ha anche concesso una sensibile flessibilità per tener conto delle preferenze dei singoli paesi.   

Dai dati disponibili sui siti dei ministeri nazionali si scopre che L’Italia ha inizialmente ordinato 27.3 milioni di dosi del vaccino Pfizer-BioNTech e 40 milioni del vaccino AstraZeneca.   Successivamente l’Italia ha aggiunto altre 13.3 milioni di dosi Pfizer-BT.  La Germania ha inizialmente ordinato 60 milioni di dosi Pfizer-BioNTech e 56.2 milioni di dosi AstraZeneca.    Quindi la Germania, al contrario dell'Italia, ha puntato leggermente di più sulla Pfizer-BT che sull’AstraZeneca.    

La Francia ha preordinato 50 milioni di dosi Pfizer-BioNTech, 45 del vaccino Sanofi e 44 del vaccino AstraZeneca.   Il nostro paese ha poi ordinato ben 53 milioni di dosi del vaccino J&J, mentre la Germania ne ha ordinate 37 milioni e la Francia solo 30.   Ogni paese ha fatto le sue scelte. 

Successivamente alla firma dei contratti, la Germania ha separatamente ordinato altre 30 milioni di dosi del vaccino Pfizer-BT che saranno consegnate dopo tutte le consegne previste dal contratto quadro UE firmato nell'agosto 2020 (forse fine 2021). 

È sbagliato attribuire all’Unione europea errori non suoi.   In ogni caso, la Commissione europea era assistita nei negoziati da un gruppo di sette rappresentanti di stati membri (tra i quali un nostro rappresentante e uno del governo tedesco).   L’Unione europea non è qualcosa di terzo con una sua propria capacità di decisione e responsabilità.   L’Unione europea è l’insieme degli stati membri. 

L’Unione europea non si è affatto mostrata disunita sulla questione dei vaccini.   Gli annunci del ministro Jens Spahn sull’acquisto di 30 milioni di dosi supplementari sono di fine dicembre (il 30 dicembre la Pfizer-BT ha comunque smentito di aver già firmato accordi diretti con il governo tedesco).   Sono quindi relativi ad un momento dove non c’erano più molti rischi di perturbare dei negoziati che erano stati conclusi molti mesi prima.   Un’agenzia di stampa italiana ha anche confermato le dichiarazioni del ministro Spahn che ha detto di aver chiesto il 19 dicembre agli altri paesi (attraverso il segretariato del Consiglio dei ministri) se vedevano inconvenienti nel fatto che la Germania acquistasse altre dosi.   Non c’è stato quindi nessun comportamento che abbia indebolito la capacità di negoziare con le ditte fornitrici (problema limitato al solo caso AstraZeneca). 

Quando i contratti quadro sono stati firmati (e trasmessi i primi ordini di acquisto) nessuno era in grado di sapere quali vaccini sarebbero un giorno stati disponibili e quando.   Proprio per questo motivo i contratti quadro sono stati fatti per circa due miliardi di dosi.   I vaccini Pfizer-BT e Moderna sono arrivati più rapidamente di quanto era prevedibile ad agosto.   Non dimentichiamo mai quali sono i tempi normali di sviluppo di un vaccino. 

Non ci sono difficoltà di forniture con la Pfizer-BT.   Tutto va meglio di quanto previsto ad agosto, al momento della firma dei contratti.   Le riduzioni di consegne delle due settimane di metà gennaio sono state già compensate e la ditta sta espandendo notevolmente la sua capacità di produzione al punto che la Commissione europea ha potuto negoziare e annunciare una decina di giorni fa l’acquisto di altri 200 milioni di dosi Pfizer-BT, non previste dai contratti quadro iniziali.    

La Pfizer-BioNTech ha riconvertito alla produzione del suo vaccino una fabbrica della Novartis situata a Marburg in Germania.   Questa fabbrica ha iniziato la produzione a metà febbraio.   La Pfizer-BioNTech ha anche firmato un accordo per la produzione del suo vaccino negli stabilimenti della Sanofi e, secondo l’Ansa, starebbe negoziando accordi simili con altre dieci ditte.   Sull’acquisto del vaccino Pfizer-BioNTech non c’è nessun fallimento; è la storia di un grande successo.   Anche l’americana Moderna ha aumentato fortemente la sua capacità di produzione, cosa che ha recentemente permesso all'UE di aggiungere altre 300 milioni di dosi non previste nel contratto iniziale. 

Il problema è quindi circoscritto alle difficoltà di produzione della AstraZeneca ed al ritardo dei vaccini J&J, CureVac e Sanofi/GSK.   Ma è logico pensare che non ci sia molto da fare sul ritardo di questi vaccini.   Le ditte hanno già un interesse enorme a terminare il processo di sviluppo il più rapidamente possibile.   A cosa servirebbe “fare la faccia feroce” con queste tre ditte ? 

Presentare un vero problema – quello delle difficoltà di produzione di AstraZeneca – come un fallimento generale dell’acquisto di vaccini da parte dell’UE è ingiustificato.

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Risposte

  • bravo Fabio forse la puntualizzazione doveva farle un portavoce della Commissione.

     Giorgio

  • Fabio, ma la Commissione europea quando ha voluto si é cercata le basi legali, li ha trovate e ne ha fatto uso, anticipando la riforma dei Trattati per la quale non vi é certamente tempo nella presente fattisfecie.

    Per esempio  il diritto europeo dell'ambiente rappresenta oggi un corpo imponente di legislazione e costituisce un laboratorio straordinario d'integrazione europea. Esso fu concepito in assenza di basi legali esplicite. Si compone attualmente di oltre 700 atti legislativi, settoriali e trasversali. Interagisce col diritto nazionale e internazionale e costituisce una spinta formidabile verso lo sviluppo dele norme internazionali.

    In vista di un convegno a Roma, prima della pandemia, sull'estensione delle competenze del neo costituito Procuratore europeo alla lotta contro le truffe trasfrontaliere nella sanità pubblica, avevo scritto un breve nota di riflessione che contiene, tra l'altro, le righe qui di seguito :

     " 5) La sanità é uno dei piu' importanti settori dell'economia degli Stati Mambri (tra il 3% e l'11% del PIL per Stato Membro). La salute pubblica é un bene di impatto transfrontaliero per antonomasia. Le varie forme di cure mediche che hanno il fondamento nei quadri giuridici stabiliti a livello europeo, danno luogo a trasferimenti di fondi da un Paese  alll'altro dell'Unione Europea e possono quindi causare comportamenti fraudolenti.

    L'articolo 4 del Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea, considera competenza condivisa i problemi comuni di sicurezza in materia di sanità pubblica. L'articolo 6 attribuisce all'Unione Europea la competenza di intraprendere azioni per sostenere, coordinare e completare le azioni degli Stati Membri nell'ambito della protezione e il miglioramento della salute pubblica. L'articolo 168, par. 1 prevede che l'azione dell'Unione completi le politiche nazionali e combatta le minacce trasfontaliere alla salute, in particolare contro i grandi flagelli, mentre le disposizioni del par. 2 invitano l'Unione ad incoraggiare la cooperazione tra gli Stati Membri ed a fornire supporto alla loro azione..nonché promuoverne il coordinamento".

    A mio avviso ve ne é abbastanza perché la Commissione intraprenda un'azione coraggiosa, anche se irta di ostacoli, per lanciarsi nell'avventura di una politica armonizzata se non unificata, nel campo della salute pubblica. E noi tutti dovremmo sostenerla! ( ma forse lo sta già facendo e fra poco lo sapremo!)

    • Speriamo bene.   La proposta per l'agenzia per la sanità, l'HERA, è un passo nella giusta direzione.

  • E questi sono i dati dei contratti firmati dall'Unione europea.

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    Da queste cifre bisogna sottrarre i 200 milioni di dosi Pfizer-BT e i 300 milioni di dosi del vaccino Moderna aggiunti nel mese di febbraio.

    Prima di questa integrazione, la Commissione europea aveva ordinato 400 milioni di dosi del vaccino Pfizer-BT.    405 milioni di dosi del vaccino CureVac.   400 milioni dii dosi del Vaccino J&J.   400 milioni di dosi del vaccino AstraZeneca.   300 milioni di dosi del Vaccino Sanofi e 160 milioni di dosi del vaccino Moderna.

    Queste cifre non permettono di sostenere che l'UE "avrebbe puntato tutto sul vaccino AstraZeneca" come scrive Aldo Cazzullo.

     

  • Mi pare ottimo. Ho pensato la stessa cosa quando ho letto l'articolo questa mattina. Aldo Cazzullo non è nuovo a questo tipo di critiche ingiustificate all'Europa. Per quanto riguarda la reazione "dura" del Consiglio europeo (e di Draghi) contro le case farmaceutiche, a mio avviso c'è molta "comunicazione" ad uso dei cittadini e un po' di minaccia a UK (che di questi tempi è sempre giustificata...)

  • Riposto qui la mia risposta ad un commento di Marcello Sassoli postato sulla pagina sbagliata. 

    Marcello,

    sappiamo tutti che nel campo della sanità e in quello della lotta contro le pandemie l'Unione europea non ha competenze.   I Trattati le assegnano solo dei vaghi compiti di coordinamento.

    In questa situazione, la Commissione ha fatto quello che poteva fare.   A che serve criticare l'Unione europea per qualche cosa dove non le è stato chiesto di agire e non le sono stati dati poteri ?

    Forse un giorno ci sarà una modifica dei Trattati.   Speriamo che la Conferenza sul futuro dell'Europa che dovrebbe essere lanciata tra un paio di mesi crei un clima che renda possibile una modifica che dia maggiori responsabilità all'UE nel campo delle lotte contro le pandemie.   Ma oggi la Commissione altro non può fare che agire nel quadro delle competenze che i Trattati le assegnano. 

    • Marcello Sassoli 1 Marzo 2021, alle 9:38  
    • Ma è proprio questo il punto. Ogni Stato sta andando per "proprio conto". La Commissione europea deve essere il motore dell'Unione Europea e non il suo rimorchio.Questo lo vediamo tutti, noi che siamo lettori, consumatori, pazienti, cittadini europei. L'Unione dà ancora una volta con la sua Commissione la prova provata che non c'è una vera unione politica su base federale. Questa è una sconfitta e non puo' essere una polemica! Quindi, Aldo Cazzullo avrebbe dovuto intitolare cosi' il suo articolo: "Vaccini, l'inanità dell'Europa".
  • Risposta ben strutturata e motivata. Una bella puntualizzazione! Ma la Commissione non aveva effettuato gli ordinativi sulla base del numero di abitanti di ogni Stato Membro?

    • Francesco,

      la Commissione ha vegliato a che ci fosse una ripartizione proporzionale alla popolazione per l'insieme degli acquisti.   Ma gli stati membri hanno potuto, non so entro che limiti, scegliere se avere più di un certo vaccino e meno di un altro.   Guarda le cifre, per esempio, degli ordini di vaccino J&J.   L'Italia ne ha ordinato 53 milioni di dosi, la Germania 37 e la Francia solo 30.   Per il vaccino Pfizer-BT, la Germania ne ha ordinato 60 milioni di dosi, la Francia 50 e l'Italia 27 più successivamente altri 13.    Solo per il vaccino AstraZeneca, si vede una ripartizione più o meno proporzionale alla popolazione: Germania 56 milioni di dosi, Francia 44 e Italia 40.

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