Qualche considerazione su quello che sappiamo e le tante cose che non sappiamo sulla disponibilità dei vaccini.   Cerco di mettere in ordine tante informazioni che abbiamo avuto dai media recentemente.

Acquisto dei vaccini.    L'acquisto dei vaccini attraverso l'Unione europea è stata una cosa giustissima.   Basti pensare a cosa sarebbe successo se i 27 paesi avessero negoziato individualmente con le ditte farmaceutiche.   Avremmo avuto una concorrenza tra paesi con uno strascico tremendo di accuse in ogni paese sui comportamenti degli altri e sul fatto che alla fine ne sarebbero usciti avvantaggiati i paesi più ricchi.   Questo sta succedendo a livello mondiale dove, nonostante gli sforzi dell'iniziativa Covax e di alcuni filantropi, il grosso dei vaccini sta andando ai paesi industrializzati avanzati (Il Ghana ha appena ricevuto la prima consegna di vaccini Covax; primo paese a ricevere qualcosa da questa iniziativa).

In Germania si è sviluppata una polemica dovuta all'estrema destra (ma non solo) che afferma che se la Germania avesse acquistato i suoi vaccini direttamente senza passare attraverso l'UE oggi disporrebbe di più dosi di vaccino.   La polemica è spiacevole, ma non è priva di un elemento di verità.

Contratti.   Né la Commissione europea, né i governi dei 27 paesi membri disponevano nel 2020 di una grande esperienza nella negoziazione di contratti di acquisto in dosi massicce di vaccini.   Per ovviare a questo problema hanno messo assieme le loro competenze.   Nel gruppo incaricato dei negoziati c'erano sette rappresentanti nazionali (uno era quello italiano) e questo gruppo ha tenuto costantemente informato un altro gruppo formato dai rappresentanti di tutti i 27 paesi membri.

I negoziati sono stati condotti con varie ditte senza sapere se i vaccini che queste stavano sviluppando sarebbero mai diventati disponibili.   Almeno una ditta con la quale sono stati firmati contratti non sarà in grado di proporre un vaccino prima del 2022 (Sanofi).   Evidentemente nessuna ditta poteva essere sicura della possibilità di poi essere in grado di produrre i vaccini su larghissima scala.   È del tutto logico che le imprese abbiano rifiutato di accettare termini vincolanti per le consegne.  Tutti i contratti parlano di "best efforts".

Chi aveva invece una buona esperienza nella negoziazione di contratti del genere era il governo americano che, attraverso la Barda (Biomedical Advanced Research and Development Authority), finanzia da oltre dieci anni la produzione di vaccini, anche non immediatamente necessari, per mantenere operativa una rete di laboratori di ricerca in questo campo e due reti di ditte che producono i vaccini stessi e di altre che si occupano del loro confezionamento infialamento nel gergo - per la vendita).   La proposta di creazione di un'agenzia europea per la salute, la Hera (European Health Emergency preparedness and Response Authority) costituisce un tentativo dell'Unione europea di replicare il lavoro della Barda nella lotta contro le pandemie.

Scelta dei vaccini.   La Commissione europea ha negoziato con un certo numero di ditte le condizioni quadro per l'acquisto di vaccini, ma i singoli stati membri hanno scelto i vaccini che volevano comprare.

Nell'insieme, già prima dell'ultimo annuncio dell'ampliamento dei contratti con Pfizer-BioNTech e Moderna, l'Unione europea aveva pre-ordinato quasi due miliardi di dosi di vaccino e l'Italia 226 milioni.   Posto una tabella aggiornata al 31-12-2020 proveniente dal sito del nostro ministero della Sanità con il dettaglio degli ordini effettuati dall'Italia.

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Mostra che il nostro paese è stato sfortunato.    Ha ordinato inizialmente un numero relativamente limitato di dosi dei vaccini Pfizer-BioNTech e Moderna e quantità più forti dei vaccini AstraZeneca, Sanofi/GSK e Johnson & Johnson.   Questa scelta è forse stata influenzata da considerazioni finanziarie, i vaccini Pfizer-BT e Moderna sono molto più cari, e dal desiderio di "andare sul sicuro" scegliendo dei vaccini di tipo tradizionale.  Nel caso del vaccino AstraZeneca possono aver giocato un ruolo il fatto che l'Università di Oxford, che ha sviluppato il vaccino AstraZeneca, ha imposto a questa ditta di venderlo a prezzo di costo e la collaborazione tra la AstraZeneca e la IRBM di Pomezia.

La Sanofi ha incontrato grosse difficoltà nello sviluppo del suo vaccino che non sarà disponibile prima del 2022, la AstraZeneca ha le difficoltà di produzione delle quali tanto si parla e il vaccino della J&J (prodotto anche in Olanda dalla Jansen) ancora non è stato autorizzato.   Il nostro paese è stato quindi costretto a correggere il tiro e ad ordinare dosi aggiuntive dei vaccini Pfizer-BT e Moderna.

Capacità di produzione.   Ampliare sostanzialmente le capacità di produzione non è un'operazione che si può fare dall'oggi al domani.   È una cosa che richiede vari mesi.   La BioNTech ha comprato una fabbrica che la Novartis voleva chiudere nella località tedesca di Marburg e la ha riconvertita per la produzione del suo vaccino.   Non so quando i negoziati siano iniziati, ma il contratto è stato firmato nel settembre 2020, la BioNTech ha ripreso i 300 impiegati della fabbrica Novartis e questa aveva già tutte le certificazioni necessarie per produrre medicinali.   Nonostante tutte queste condizioni molto favorevoli, la produzione del vaccino in questa fabbrica è iniziata solo a febbraio 2021.

La Sanofi, viste le difficoltà nella produzione del suo vaccino, avrebbe firmato un accordo con la Pfizer-BioNTech per produrre il suo vaccino nei propri stabilimenti.   Il governo italiano e la Commissione europea stanno negoziando con le ditte farmaceutiche per incoraggiarle a fare altri accordi di questo genere.   Questo tema sarà anche all'ordine del giorno del Consiglio europeo del 25 febbraio.

Una remora alla disponibilità delle singole imprese per fare grossi sforzi per aumentare la produzione dei tre (presto quattro) vaccini disponibili è che sono in corso oltre cento progetti di sviluppo di vaccini anti-Covid.   Nel 2022 potremmo trovarci di fronte ad una scelta tra molti vaccini diversi e con gli acquisti che potrebbero tendere a concentrarsi su solo alcuni dei vaccini sul mercato, non necessariamente i quattro disponibili oggi.   Già oggi, la Germania si trova nella situazione di aver utilizzato solo un settimo delle dosi di vaccino AstraZeneca ricevute perché molti non vogliono ricevere questo vaccino.   Tra l'altro questa posizione è sbagliatissima.   Se invece di esaminare il grado di protezione dal contagio con il Sars-CoV-2, si esamina la garanzia da uno sviluppo della Covid-19 che richieda un'ospedalizzazione, i vaccini AstraZeneca e Johnson & Johnson sono ottimi, darebbero una protezione quasi del cento per cento.

Questo è un caso dove sarebbe più che giustificato che le autorità pubbliche si facessero carico completamente dei costi di creazione di queste capacità aggiuntive che potrebbero poi non essere più necessarie.   Clemens Fuest e Daniel Gros hanno pubblicato sul sito del CEPS un paper nel quale sostengono che governi europei dovrebbero essere disposti a spendere molto di più di quanto stiano facendo ora per la produzione di vaccini.

I contatti dell'Unione europea per l'acquisto di vaccini contengono un grosso elemento di sovvenzione attraverso il pre-pagamento delle dosi di vaccino acquistate (e anche, in parte, di quelle che non arriveranno mai).   La cifra totale degli acquisti fatti dai paesi europei attraverso la UE dovrebbe essere attorno ai 2.7 miliardi di euro.   A questi vanno aggiunte alcune piccole sovvenzioni sotto altri programmi e le sovvenzioni di alcuni stati membri.   Non ho trovato finora un'analisi che ricostruisca il totale della spesa dei paesi dell'UE per lo sviluppo di vaccini.   Nel caso della BioNTech, è stato reso noto che questa ditta ha ricevuto un prestito di 100 milioni di euro della BEI nel 2020.   Ma nello stesso anno un fondo di Singapore e la fondazione di Bill Gates hanno investito nella società circa 300 milioni di euro.   Il governo tedesco avrebbe anche concesso alla BioNTech delle sovvenzioni per 375 milioni di euro.   Si tratta di grosse cifre, ma Fuest e Gros citano un altro paper di David Cutler e Larry Summers che fissa il valore economico per l'Unione europea di dosi di vaccino anti-Covid disponibili già nel 2021 a più di 2000 euro per dose.   Quindi ogni spesa pubblica per ampliare rapidamente le capacità di produzione avrebbe un ritorno economico altissimo.

Ma la cosa più importante da notare è che a fronte dei 3-4 miliardi di euro che potrebbero essere stati spesi finora per i vaccini dai paesi dell'Unione europea, l'operazione Warp Speed americana avrebbe speso 18 miliardi di dollari !

Israele sta avendo un forte successo con la sua campagna vaccinale (che ha messo in fondo alla coda la vaccinazione dei cittadini israeliani arabi).   Ma avrebbe raggiunto questo risultato pagando una cifra doppia di quella pagata dall'UE per il vaccino Pfizer-BioNTech, facendosi carico delle forti spese di trasporto e accettando di trasformare la vaccinazione della sua popolazione in un enorme test del vaccino.   Il governo di Israele ha promesso di dare alla Pfizer-BioNTech accesso a tutti i dati anonimizzati sulle vaccinazioni.

Mercato parallelo, acquisti supplementari.   Bisogna fare molta attenzione alle storie che circolano su questo punto.   Un "mercato parallelo" non può esistere per i tre vaccino oggi autorizzati.   Può riguardare solo vaccini russi o cinesi o vere patacche.

I vaccini Pfizer-BT e Moderna, con le loro modalità di trasporto e conservazione non si prestano certo ad un "mercato parallelo".   AstraZeneca, il cui vaccino impone meno vincoli di conservazione, ha ricordato pubblicamente in varie occasioni di vendere solo ad organizzazioni governative.

Le notizie di acquisti supplementari di dosi di vaccini Pfizer-BT e Moderna che sono stati fatti recentemente dalla Commissione europea e dal governo tedesco omettono l'informazione che queste dosi supplementari saranno consegnate solo dopo il completamento dei contratti in corso, quindi verso la fine del 2021/inizio del 2022, e dipendono da aumenti di produzione sperati, ma non garantiti.   Non è pensabile che, per esempio, la AstraZeneca che è – giustamente – sotto forte pressione da parte dell'Unione europea per le sue grosse difficoltà a consegnare le dosi previste, offra dosi supplementari a governi o regioni europei prima di aver soddisfatto ai suoi obblighi sulla base dei contratti in corso.

Un ultima osservazione un po' preoccupante.   La giustissima indignazione nei confronti dei ritardi di produzione AstraZeneca penso che rischi di passare in secondo piano rispetto ai problemi della nostra organizzazione per le somministrazioni.   Sembra che le nostre regioni, che erano partite bene per la vaccinazione del personale sanitario (definizione peraltro interpretata con molta generosità), siano in difficoltà al momento del passaggio alla vaccinazione di massa.

La fondazione Gimbe ha sul suo sito questo grafico che mostra come dalla seconda settimana di febbraio ci sia stato un aumento delle consegne delle dosi di vaccino al quale non è corrisposto un aumento delle somministrazioni.
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Risposte

  • Un amico mi ha scritto affermando che la scelta su quali vaccini comprare (di quali case, in quali quantità) fosse una scelta della Commissione europea e non dei singoli paesi.

    Non è così.  La Commissione ha negoziato un contratto quadro.   All’interno di questo contratto-quadro, i singoli paesi hanno formulato degli “ordini di acquisto” secondo le loro preferenze.   La Germania, per esempio, ha ordinato molte dosi Pfizer-BioNTech (forse perché la BioNTech è tedesca) e noi abbiamo ordinato molte dosi del vaccino AstraZeneca (forse perché questa collabora con la IRBM di Pomezia).   Ma il punto principale è che ci sono grosse differenze tra paesi membri nelle quantità relative di questo o quel vaccino che sono state ordinate.

    Riporto  una tabellina presa dal sito del ministero della sanità tedesco.   Mostra quali ordini sono stati fatti dalla Germania.   Si vede chiaramente come la ripartizione percentuale tra le varie ditte sia differente da quella italiana (consultabile nel testo del mio contributo) perché la scelta finale - all'interno dell'accordo quadro - è stata fatta dai singoli paesi.
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  • Questa la situazione in tempo reale in Italia pubblicata da Sole24ore Situazione vaccini

    Il vaccino anti covid in Italia in tempo reale | Il Sole 24 ORE
    Il vaccino in Italia e nel mondo: dati e grafici per regione, in Europa e nel mondo suddivisi per fasce di età e per categorie
    • Cristina,  grazie per questo link

  • una piccola esperienza riguardo al discorso vaccini. 

    Innanzitutto per le aziende si tratta di aumenti di produzione dell'ordine di decine se non centinaia di volte. Ed in questi frangenti i problemi sono sempre in agguato. 

    Anni fa quando lavoravo la mia azienda era stata contattata da una grande azienda farmaceutica che si trovava in gravi difficoltà e rischiava di fermare lo stabilimento. Il forno di incenerimento degli sfridi biologici di produzione era improvvisamente crollato, Fatto sopralluogo colloquio con i tecnici per capire il problema. Il forno risultava in funzione da anni e mai aveva manifestato problemi. Enormi difficoltà a cercar di capire cosa aveva causato fusione e crollo delle pareti ovvio senza capirle il problema si sarebbe ripresentato. Le difficoltà erno relative alla conoscenza di cosa si bruciava e l'azienda per ragioni di riservatezza non poteva comunicare dati sensibili. Si è risolto la questione prelevando campioni di refrattario usato . Il risultato delle analisi dimostrava che il forno aveva subito un carico termico eccedente le condizioni di progetto, Davanti ai risultati l'azienda aveva confermato che una delle linee di produzione aveva più che quadruplicato la produzione e di conseguenza il carico di lavoro del formo, Definite le condizioni modificato il progetto si è finalmente potuto rimettere in marcia forno ed impianti.

    Questa lunga premessa è per dimostrare che in una fase di aumento della produzione - come sembra stia accadendo - le difficoltà impreviste possono capitare. Ed è inutile fare pressioni anche mettendo in campo tutte le risorse i tempi tecnici non si possono comprimere. Chiunque ha un minimo di esperienza in situazioni industriali complesse sa che gli avviamenti di nuove priduzioni sono sempre accompagnati da problemi. C'è da stupirsi che nessuno abbia tenuto conto della realta

     

    • Giorgio,

      grazie per questo importanta contributo.   Devo dire che sono rimasto perplesso di fronte ai tanti leader europei (Mario Draghi compreso) che ieri si sono messi a fare la "faccia feroce" nei confronti delle ditte farmaceutiche al vertice europeo.

      L'Unione europea si è comportata come un cliente che abbia negoziato il prezzo di acquisto di un auto, che l'abbia ordinata e che avesse avuto una data di consegna quattro mesi dopo.   L'Unione europea si è presentata dal concessionario quattro mesi dopo e ha scopero che l'auto non è arrivata.   L'indignazione è giusta, ma non cambia molto.

      L'Unione europea avrebbe dovuto organizzare a settembre/ottobre gli incontri che si stanno facendo adesso con le ditte farmaceutiche.    Avrebbe dovuto scoprire il prima possibile se si potevano intravedere difficoltà di produzione e cercare di risolverle (anche a costo di pagare qualche cosa in più).

  • Giorgio,

    non ci sono indicazioni che le ditte farmaceutiche abbiano venduto ad altri le dosi di vaccino previste per l'Unione europea.   Le consegne di Pfizer-BT e Moderna sono quelle previste.   Ci sono stati problemi temporanei per un paio di settimane, ma i ritardi sono già stati colmati.  

    Il problema vero è con AstraZeneca.   Questa ditta ha difficoltà di produzione impreviste in una fabbrica nell'Unione europea che ha ripercosso tali a quali sulle consegne all'UE.   In ogni caso, il taglio è talmente grosso da gettare dubbi sulla capacità di previsione di questa ditta (che aveva già fatto qualche casino durante i trials).   Oltre a tutto, il contratto di questa ditta con l'UE (come quello con il Regno Unito) non contiene nessuna indicazione che i best efforts della ditta siano limitati alle capacità di produzione nel territorio del cliente.   Le difficoltà di produzione in una fabbrica qualsiasi avrebbero dovuto provocare un taglio di tutte le consegne di AstraZeneca.   

    In ogni caso, la questione del prezzo ha un'importanza minore per AstraZeneca che è obbligata dall'accordo con l'università di Oxford a vendere a prezzo di costo.   Questo però è più vero dal lato della non necessità di insistere per un prezzo basso da parte dei negoziatori UE, ma non è vero dal lato della ditta.   Si tratta pur sempre di una ditta che ha degli azionisti da remunerare.   Perché mai avrebbe dovuto fare salti mortali per un prodotto su cui non guadagna nulla ?

    Ma gli Stati Uniti, Regno Unito e Israele hanno fatto ponti d'oro alle imprese senza preoccuparsi troppo dei costi.    L'operazione Warp Speed americana, tanto per fare un esempio, ha creato una struttura per la ricerca delle decine di migliaia di volontari necessari per i trials, per la loro gestione e per l'inoculazione del vaccino (o del placebo).   Questa organizzazione è stata utilizzata prima per i trials di Pfizer-BT e poi per quelli di Moderna.

    Questi tre paesi hanno offerto alle ditte farmaceutiche un'esenzione legale per i danni collaterali eventualmente creati da un vaccino che non poteva essere testato nella maniera normali.   L'Unione europea ho solo accettato di rimborsare alle ditte le somme che fossero state obbligate a pagare dai tribunali.   L'Unione europea ha negoziato la consegna delle dosi a carico delle ditte e in vari centri nazionali.   Israele ha mandato l'esercito a prendere le dosi nelle fabbriche Pfizer-BT.

    Il problema è che i paesi europei sono obbligati da tantissime regole a interagire con le ditte in una maniera che non è appropriata a situazioni di emergenza.   Il 15 maggio 2020 l'operazione americana Warp Speed si è trovata a dover fare la scelta dei progetti di vaccino da sostenere tra i 94 che aveva ricevuto.   Nelle parole di Moncef Slaoui, il suo direttore civile, hanno deciso di "non poter perdere dieci giorni a esaminare tutti i progetti".   Hanno quindi elaborato dei principi generali top down e hanno scelto dieci progetti.    TI puoi immaginare qualcosa del genere in Europa ?

    In ogni caso tra un paio di mesi il problema sarà scomparso.   La Pfizer-BT sembra stia negoziando degli accordi di produzione come quello già raggiunto con la Sanofi con dieci altre ditte.   Moderna, che ha già aumentato la sua produzione per arrivare a 700 milioni di dosi entro il 2021, spera di poter arrivare a un miliardo di dosi prima della fine dell'anno.   Il vaccino Johnson & Johnson è appena stato autorizzato negli Stati Uniti e lo sarà presto nella UE. 

    Dopo che Russia e Cina avranno accettato di fornire all'EMA i dati necessari alle autorizzazioni, i vaccini di questi paesi potranno sicuramente essere utilizzati.   Ma finora non si è visto nulla.  L'articolo del Lancet che ha parlato dell'alta efficacia del vaccino Sputnik V indica che i dati saranno disponibili ulteriormente, su richiesta e dopo l'accordo degli "sponsor russi" e del "security department". Noi ci stiamo già comportando in una maniera non impeccabile nel senso di privilegiare i bisogni dei nostri cittadini su quelli del resto del mondo (non è l'immagine dell'Europa che vorremmo dare.   Ma avrei comunque delle remore a comprare con moneta sosante delle dosi di vaccino che sono sottratte ai bisogni dei russi e cinesi. 

    • giorgio mamberto 26 Febbraio 2021, alle 9:44  ha scritto:
       
      Caro Fabio, da quel che scrivi capisco che i produttori di vaccino non hanno rispettato gli impegni con l'Europa e sono andati a venderseli dove incassavano di più. E'quello che sospettano alcuni giornali. una cosa  che invece non capisco è  perché l'Europa non compri vaccini russi o cinesi.  Fa parte di una sottile strategia NATO?
  • Un altro articolo molto utile che mi è stato segnalato da Carlo Gracci.

    Perché l'Europa è in ritardo coi vaccini - Il Post

    Perché l'Europa è in ritardo coi vaccini - Il Post
    Stati Uniti e Regno Unito sono riusciti a vaccinare molte più persone: si sono presi qualche rischio in più e non hanno badato a spese
    • Intanto San Marino ha acquistato il vaccino russo Sputnik.Perchè non fare lo stesso in Italia? Le sanzioni antirusse dell'epoca Obama-Trump non hanno senso. Bisogna accelerare al massimo, perchè salvare una moneta è importante, ma ancor più importante è salvare una popolazione. Prevedo grossi disordini sociali se si continua a procedere a rilento.Questo darà àdito a risposte anche violente dei cittadini che si sentono lesi perchè hanno attività commerciali chiuse e allo stesso tempo i cittadini che non ricevono in tempi rapidi il vaccino depotenzieranno l'azione governativa. Tutto si gioca tra marzo e aprile. Facciamo attenzione alla rabbia sociale che sta montando.

  • Ciao Fabio. Ciao a tutti. La situazione vaccini a Genova è disastrosa. Non abbiamo ancora alcuna idea di quando potremo essere vaccinati. Mancano i vaccini e intanto i contagi vanno avanti. Per ora hanno appena iniziato a vaccinare gli over 85 e dicono che finiranno a fine maggio. Poi tutti gli altri. Credo che ci vorranno molti molti mesi. 

    • Cristina,

      ho ricevuto una  lettera dal mio comune informandomi che riceverò un invito ad essere vaccinato.   Ma non hanno specificato quando.   Da quello che ho visto alla televisione, penso sarò vaccinato tra fine marzo e l'inizio di aprile.

      Come ho spiegato nel mio commento, l'Italia ha avuto iella.   Aveva ordinato poche dosi dei vaccini che adesso vanno per la maggiore (Pfizer-BT e Moderna) e molte di AstraZeneca, J&J e Sanofi.   AstraZeneca ha i noti problemi di produzione e gli altri due vaccini ancora non sono disponibili. 

      Non sarà facile.   Tra un paio di mesi ci saranno dosi in quantità, ma si saranno comunque persi due/tre mesi. 

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