Integrazione europea

Questa discussione riguarda gli aspetti del processo di integrazione europea ad esclusione di quelli riguardanti l'unione monetaria che sono trattati nella discussione "Eurozona" sulla pagina "Temi specifici".

La discussione riprende i contributi dall'inizio del 2018.   Quelli precedenti sono consultabili, in versione pdf, nel riquadro in fondo alla pagina "Grandi temi".

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  • https://www.uominiebusiness.it/default.aspx?c=634&a=28521&t...

    Come uscire dalla crisi - Uomini & Business
    http://www.uominiebusiness.it
  • Oggi la Commissione europea ha pubblicato le sue previsioni economiche per il 2020-2021. 

    Come previsto, l'Italia e la Spagna sono i due paesi che hanno dovuto applicare un lockdown più lungo e rigido degli altri paesi e sono i due paesi più colpiti dalla recessione con una caduta del PIL nel 2020 di circa il nove e mezzo per cento.   

    L'Olanda, la Svezia e la Germania, che hanno introdotto misure di lockdown meno rigide e lunghe, hanno una caduta del PIL un po' meno marcata, tra il sei e il sette per cento.   

    La Commissione prevede un recupero nel 2021 proporzionale alla caduta del PIL nel 2020 : i paesi più colpiti nel 2020 dovrebbero recuperare più rapidamente e quelli che hanno perso meno recupereranno anche meno.   Nessuno dei paesi del grafico nel 2021 sarà ritornato ai livelli del 2019 o del 2018.  

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    Esistono opinioni diverse sui compiti dell'Unione europea.   Si va dai sogni di chi vorrebbe che diventasse uno stato che dissolva e sostituisca gli stati nazionali alle chiusure dei sovranisti che vorrebbero che questa scomparisse.   Tra questi estremi esistono posizioni intermedie più ragionevoli che vanno da quelle federaliste a quelle di chi conta soprattutto sui passi avanti, là dove sono possibili.   

    Ma tra coloro che sostengono il processo di integrazione europea c'è un accordo sul fatto che l'Unione europea ha un ruolo soprattutto per quello che riguarda le relazioni tra i paesi.   E l'apertura delle frontiere interne dell'Unione è certamente l'aspetto più importante delle elazioni tra i paesi membri. 

    Ogni persona che si interessa dell'Unione europea è al corrente dell'esistenza di quattro libertà che sono considerate "fondamentali": la libera circolazione delle merci, dei servizi, dei capitali e delle persone.   Il mercato interno è il fondamento dell'Unione europea ancora più dell'unione monetaria.   Questa è stata giustificata a suo tempo anche come un necessario complemento del mercato interno.   Le quattro "libertà fondamentali" si sono affermate progressivamente con l'ultima – la libera circolazione delle persone – introdotta inizialmente con un accordo tra alcuni paesi, l'accordo di Schengen, poi integrato nella legislazione dell'Unione europea. 

    La crisi del Covid-19 sta mettendo in crisi i risultati ottenuti finora e l'Unione europea deve agire in maniera determinata.   Lo scoppio della crisi ha portato a dei riflessi nazionalistici inconsulti che, per fortuna, sono stati corretti.   Si sono visti dei tentativi di proibire l'esportazione di materiale medico verso altri paesi dell'Ue e l'introduzione di controlli sulle merci che hanno portato a code di 50/60 chilometri ad alcune frontiere.   La Commissione europea, che in questo campo ha delle competenze chiare, ha reagito e la situazione è ritornata normale.   Oggi sembra che tutti i governi si rendano conto di quanto siano complesse le catene di produzione e delle conseguenze catastrofiche di una loro interruzione. 

    La situazione è diversa però per quanto riguarda la libera circolazione delle persone.   Questo è dovuto a due ragioni principali.   La prima è che le frontiere sono una competenza esclusivamente nazionale, la Commissione europea può solo cercare di convincere i capi di stato e di governo, il Consiglio europeo, ad agire in maniera coordinata.   La seconda è la demagogia che si è sviluppata, in gradi diversi, in tutti i paesi.   Gli untori, per troppe persone, sono sempre stranieri.   Chiudere le frontiere agli stranieri piace alle persone ingenue e poco informate.   Questo porta a prendere misure illogiche, ma che sono popolari.   Nei giorni in cui l'Italia era di gran lunga il paese europeo più colpito dal Covid-19, il nostro paese ha introdotto una quarantena di 14 giorno anche per chiunque venisse dagli altri paesi dell'Unione europea.   Ha voluto proteggersi dall'arrivo di persone che venivano da zone e paesi dove la diffusione del virus era molto, ma molto più bassa che in Italia. 

    Per di più la libera circolazione delle persone e i principi dell'accordo di Schengen erano già stati malmenati da due altri fenomeni: il terrorismo e l'immigrazione.   Sappiamo tutti che il coronavirus è particolarmente pericoloso per le persone già colpite da altre malattie.   Speriamo che per la libertà di circolazione delle persone le cose siano diverse.    Ma più a lungo le restrizioni rimarranno, maggiori sono i rischi che vengano viste come cose normali e accettabili. 

    La libertà di movimento tra i paesi delle persone è importantissima per tanti motivi, ma è anche cruciale per la ripresa del settore del turismo che ha un ruolo importantissimo per tanti paesi e tante località.   Il turismo sembra sia all'origine del 13 per cento del PIL italiano e che dia lavoro nel nostro paese a più di quattro milioni di persone.   Non ho le cifre sottomano, ma immagino che sia anche importantissimo per paesi come la Spagna, il Portogallo e, soprattutto, per la Grecia. 

    Molto spesso nelle discussioni politiche europee e nazionali si perde di vista l'importanza relativa delle cose di cui si discute.   Cito un caso che alcuni ricorderanno.   Quando si lanciò il Sistema monetario europeo nel 1979, l'Italia e l'Irlanda negoziarono degli aiuti per facilitare la loro partecipazione a questo sistema di cambio.   Dopo un lungo e difficile negoziato, ottennero le cosiddette "Misure per le economie meno prospere" che si tradussero in cinque trasferimenti annui di 200 milioni di Unità di conto europee (l'euro attuale), 2/3 all'Italia e 1/3 all'Irlanda.   Il ministro italiano dell'agricoltura di quei tempi, Giovanni Marcora, fece notare alla stampa che lui "sui pomodori, aveva ottenuto di più". 

    Oggi sono in corso dei negoziati a livello europeo su degli aiuti supplementari ai paesi più duramente colpiti dalla crisi economica dovuta al Covid-19 (essenzialmente la creazione di un Fondo per la ripresa).   Sono in gioco anche questioni di principio, ma alcuni vantaggi economici sono facili da stimare.   Se l'Italia potesse ottenere un prestito di, mettiamo, 100 miliardi di euro alle condizioni ottenibili con gli eurobond risparmierebbe un miliardo e mezzo all'anno di interessi.   

    Secondo la Banca d'Italia, i turisti stranieri portano in Italia più di 40 miliardi di euro all'anno.   Buona parte di questa cifra arriva nei mesi di luglio e agosto.   Delle decisioni europee che permettano di salvare la stagione turistica italiana dell'estate 2020 potrebbero portare al nostro paese un aiuto economico immediato molto più consistente di quello ottenibile attraverso il Fondo per la ripresa. 

    Purtroppo l'arrivo di turisti stranieri in Italia durante la prossima estate rischia di essere compromesso dalla mancanza di decisioni coordinate a livello europeo e dallo sviluppo di accordi bilaterali tra alcuni paesi europei.   L'Austria starebbe negoziando un accordo con la Germania perché i "Piefke" – soprannome affibbiato ai tedeschi dagli austriaci - possano arrivare anche quest'anno.   Avrebbe esteso questi negoziati anche alla Repubblica Ceca.   La Croazia, secondo fondi di stampa, starebbe negoziando un accordo con la Repubblica Ceca, l'Austria e l'Ungheria.   Non sarei stupito di scoprire che anche altri paesi si stiano muovendo in questa direzione. 

    I ministri del Turismo dei paesi europei hanno tenuto una riunione lunedì scorso.   La presidenza croata ha parlato della necessità di creare dei "corridoi per i turisti europei" che permetta loro di andare da un paese all'altro già quest'estate.   Nonostante le insistenze della Grecia, non si è arrivati ad una decisione e non sono previste altre riunioni fino a fine giugno.   Il commissario europeo, Thierry Breton ha proposto un vertice europeo per il turismo, ma a settembre. 

    Che la riapertura delle frontiere per i viaggi individuali sia decisa dai paesi membri in maniera autonoma e che il turismo riprenda sulla base di accordi bilaterali costituirebbero delle grosse sconfitte per l'Unione europea. 

    Quale è la posizione del governo italiano su questo problema ?   In Italia, il settore del turismo è, in termini di PIL o di occupazione, quattro o cinque volte più importante di quello dell'agricoltura.   Giustamente, abbiamo un ministro per l'agricoltura.   Ma come mai nel nostro paese il turismo sembra essere solo un complemento di altri dicasteri ?

  • Un ottimo articolo di Roberto Perotti su La Voce.

    https://www.lavoce.info/archives/65956/il-vertice-europeo-il-boomer...

    Il vertice europeo: il boomerang delle richieste irragionevoli
    Giovedì i capi di governo europei si incontrano per discutere un piano di interventi. Attenti alle richieste irragionevoli: creano aspettative inevit…
  • Come valutare i risultati della riunione di ieri del consiglio europeo ? 

    Dal lato positivo c'è il fatto, notevole, che alla fine ci sarà un Recovery Fund.   Piccolo o grande che sia, si tratterà di qualcosa di nuovo.   Uno strumento eccezionale in risposta a una situazione eccezionale.   Ieri, prima del vertice, la cancelliera Merkel ha pronunciato un discorso al Bundestag.   Dopo la frase – "Dobbiamo aumentare i nostri contributi al bilancio comunitario per evitare che dei paesi rimangano indietro" – è stata interrotta da un applauso di quasi tutti i parlamentari.   

    Nell'insieme, l'Unione europea ha già preso tante misure utili a combattere la crisi e ne aggiungerà ancora altre molto significative (anche se non certo delle dimensioni menzionate nelle celebrazioni italiane).   La riunione di ieri è stata abbastanza positiva.   Il governo italiano può legittimamente essere soddisfatto. 

    Dall'altro lato, c'è il fatto che il meccanismo che si intravede è molto complicato.   Saranno necessari mesi per metterlo su e ci sono molti problemi cruciali e controversi da risolvere.   È positivo che il lavoro di definizione dell'idea di Recovery Fund sia affidato alla Commissione europea che ha grandi capacità di mediazione e lavora per lo sviluppo del progetto europeo. 

    Sono però un po' preoccupato dalla piega che le richieste italiane hanno preso negli ultimi giorni: adesso chiediamo soldi all'Europa.   Non chiediamo più la condivisione di un rischio comune, chiediamo chiaramente dei regali.   L'Europa è diventata all'improvviso un'organizzazione che è buona e vale la pena di sostenere solo se ci da soldi.   Applichiamo all'Europa le categorie mentali che purtroppo molti applicano nella vita politica italiana: lo stato non è visto come qualcosa di cui siamo tutti responsabili; lo stato deve risolvere i nostri problemi.   Se non lo fa, scatta il ritornello abituale "Siamo stati lasciati soli". 

    Finora chiedevo ad un amico di fare da garante per il prestito che voglio chiedere alla banca e che – giuro – restituirò puntualmente senza che il mio amico sia chiamato ad intervenire e debba pagare nulla.    Adesso ho cambiato strategia: dico al mio amico che ha un obbligo morale di farmi un regalo (di importo non trascurabile, per favore) in maniera che io possa chiedere alla banca un prestito più piccolo. 

    Perché mai qualcuno dovrebbe farci un regalo ?   Per il momento Belgio e Spagna sono stati colpiti più di noi dal Covid-19.   Anche altri paesi sono già colpiti in maniera forte.   E poi, molti paesi dell'Unione europea sono più poveri di noi.   Perché mai ci dovrebbero fare un regalo? 

    Si vedono molte discussioni tecniche sulle differenze tra prestiti e trasferimenti.   Ma non serve un dottorato in economia per capire che un regalo è meglio di un prestito. 

    Insistendo sui regali, abbiamo cambiato la nostra posizione negoziale.  Non siamo più un partner come gli altri; diventiamo degli assistiti. 

    E se chiediamo un regalo, non dovremmo poi fare tanto gli schizzinosi se l'amico ci chiede di sapere cosa ci vogliamo fare con questo regalo e se poi insiste per far dipendere il regalo dal fatto che io spenda i soldi nella maniera che lui considera più utile per me. 

    Spero che il governo raddrizzi la barra rapidamente.

  • Non è ancora quello che vorrei il Consiglio europeo annunciasse oggi (750/1000 milioni per sostenere lo sviluppo di un vaccino che sia poi messo a disposizione di tutti al prezzo il più basso possibile), ma questa informazione mostra che l'Unione europea sta già facendo qualcosa di concreto in questa direzione. 

    https://www.eunews.it/2020/03/03/dallunione-europea-90-milioni-alla...

    Dall'Unione europea 90 milioni alla ricerca per il vaccino
    Dopo i primi finanziamenti della task force, arrivano i fondi per la collaborazione con l'industria farmaceutica
  • Mi permetto di suggerire al Consiglio europeo di prendere decisioni su quattro punti:

    1. a) le dimensioni delle misure economiche di contrasto della recessione che tutti i paesi dell'Unione europea devono prendere adesso;
    2. b) la natura e le modalità di un piano di sostegno della crescita in Europa nel corso dei prossimi anni;
    3. c) un piano di aiuti per i paesi emergenti e, soprattutto, per quelli africani;
    4. d) un sostegno massiccio allo sviluppo di un vaccino contro il Covid-19 che sia disponibile a tutti a basso costo.

    Il lockdown che è stato necessario prendere per appiattire la curva delle ospedalizzazioni dovute al Covid-19 (e che non terminerà completamente prima di parecchio tempo) sta avendo oggi conseguenze gravissime sulla disoccupazione, sulle condizioni sociali di gran parte della popolazione e sulla struttura produttiva delle economie di tutti i paesi.   Tutte le recessioni colpiscono soprattutto i più deboli, ma questa lo sta facendo più di altre.   Moltissime imprese spariranno, soprattutto tra quelle di dimensioni medie e piccole.   E non saranno necessariamente le imprese meno efficienti. 

    È interesse comune che tutti i paesi reagiscano rapidamente e in maniera adeguata.   Siamo in una situazione dove il coordinamento delle politiche economiche è più che mai necessario.   Le indicazioni che ci vengono dalle analisi disponibili indicano che i paesi europei, nel loro insieme, stanno spendendo meno di quello che stanno spendendo gli Stati Uniti (dove forse la spesa è sostenuta anche da considerazioni elettorali), la Cina e il Giappone. 

    Ma cosa più grave, le misure annunciate finora indicano che gli stimoli offerti dai paesi europei sono molto diversi tra di loro: l'Austria, la Germania e, in misura minore, la Francia starebbero spendendo molto di più di Spagna e Italia.  Se alcuni paesi non facessero tutto quello che è necessario non danneggerebbero solo le loro economie, ma anche quelle dei loro partner. 

    Il Consiglio europeo dovrebbe riaffermare la volontà di tutti i paesi europei di fornire un grosso stimolo economico per proteggere (inevitabilmente solo in parte) le famiglie e le imprese dalla recessione in corso.   Dovrebbe ricordare che tutti i paesi, grazie anche all'azione della BCE, hanno già oggi accesso a finanziamenti più che sufficienti per le misure da prendere nel 2020.   Non sarebbe male se il Consiglio europeo potesse anche dare un'indicazione quantitativa (in termini di percentuale del PIL) delle vere spese di bilancio aggiuntive che gli stati membri si impegnerebbero ad effettuare nel 2020.   

    Sarebbe anche necessario che la BCE riaffermasse la sua volontà di fare tutto il necessario per mantenere la stabilità sui mercati finanziari che negli ultimi giorni hanno mostrato qualche segno di nervosismo. 

    Questo primo punto è molto più importante di qualsiasi piano di rilancio si possa decidere con un Recovery Fund finanziato o no dall'emissione di eurobond.    Se i danni alle nostre società e alle nostre economie fossero troppo gravi, un programma di sostegno per i prossimi anni avrebbe poco effetto.   L'esperienza della crisi finanziaria del 2008 ha mostrato che i paesi che sono intervenuti sulle loro banche rapidamente ed in maniera massiccia hanno ottenuto i risultati migliori.   

    Fare arrivare il sostegno pubblico a chi ne ha bisogno è un compito molto difficile, le capacità amministrative di alcuni paesi potrebbero non essere adeguate.   Che tutti i paesi rispondano efficacemente alla crisi è un interesse comune.   Il Consiglio europeo dovrebbe prendere l'impegno di riesaminare regolarmente e frequentemente l'azione di ogni paese per valutarne l'efficacia.   In questo momento ci si dovrebbe preoccupare meno dell'assenza di condizionalità su alcuni prestiti e molto di più del come rispondere all'interesse comune di tutti i paesi dell'Unione. 

    Il Consiglio europeo dovrebbe naturalmente prendere una decisione di principio sufficientemente dettagliata sul lancio di un Recovery Fund, sul suo finanziamento e sulle sue possibili modalità di funzionamento (spese comuni a livello europeo, trasferimenti unilaterali a dei paesi, prestiti a bassi tassi di interesse a chi dovrebbe pagare tassi di interesse più alti andando da solo sul mercato, prestiti a tutti i paesi).   Su questo punto ci sono molte proposte sul tavolo.   È importante che la decisione sia convincente nei confronti dell'opinione pubblica, delle famiglie e delle imprese.   Il recupero da una crisi dipende moltissimo dalla fiducia di tutti. 

    Come terzo punto il Consiglio europeo dovrebbe annunciare che una parte dei fondi del Recovery Fund sarà destinata ai paesi emergenti e, soprattutto, ai paesi africani per aiutarli a far fronte alla crisi che il Covid-19 sta provocando anche da loro.   Questi paesi non hanno le strutture sanitarie e sistemi di protezione sociale che esistono nei paesi industrializzati.   Aiutarli è una cosa giusta e necessaria di per se, ma è anche una cosa nel nostro interesse.   Pensiamo a quanto le conseguenze economiche della recessione dovuta al Covid-19 faranno aumentare la pressione migratoria che viene da quei paesi. 

    Infine il Consiglio europeo dovrebbe annunciare la messa a disposizione di 750 milioni o di un miliardo di euro per lo sviluppo di un vaccino contro il Covid-19 come proposto in un contributo di Reinhilde Veugelers e Georg Zachmann del think-tank Bruegel.   Ci sono molti progetti in corso, ma il compito è molto complesso, il risultato non è garantito e i fondi per le varie tappe del processo di autorizzazione di un vaccino sono insufficienti.   Ma quello che è più importante è che il vaccino che si scoprirà un giorno sia disponibile per tutti, a costi bassi e in quantità massicce.   Non è sicuro che tutti i progetti in corso e gli stanziamenti di Cina e Stati Uniti portino a questo risultato. 

    I primi due punti sono importanti per le nostre economie, soprattutto il primo, il terzo e il quarto punto sarebbero degli elementi molto importanti per dare corpo all'idea di Unione europea che in molti abbiamo e che Emmanuel Macron ha ben espresso nell'intervista rilasciata al Financial Times sabato scorso.

    Racing against COVID-19: a vaccines strategy for Europe | Bruegel
    This Policy Contribution proposes a staged support scheme to tackle the COVID-19 vaccine challenge and a moon shot programme to meet the challenge of…
  • Sulla stampa tedesca e su "Politico" (il più conosciuto bollettino di informazione sugli affari comunitari) cominciano ad apparire delle indicazioni su cosa potrebbe uscire dal vertice di Bruxelles del 23 aprile e alcune preoccupazioni sulla posizione presa dal governo italiano e la sua possibilità di accettare un compromesso. 

    Si starebbe pensando ad un aumento del bilancio dell'Unione europea tale da poter costituire una riserva liquida (come quella creata nel caso del MES) che permetta l'emissione di titoli da parte della Commissione europea che sarebbero garantiti dagli stati membri attraverso il bilancio UE e un certo numero di altri accorgimenti (forse la riserva appena citata) e che possano ottenere la "tripla A". 

    Questi titoli verrebbero emessi per raccogliere fondi da riprestare, con scadenze lunghe, alle stesse condizioni finanziarie e senza condizioni macroeconomiche, ai paesi più colpiti dal Covid-19 ed in condizioni finanziarie non buone (ossia ai paesi che se andassero da soli sul mercato dovrebbero pagare tassi di interessi sensibilmente più alti). 

    Si tratta di una costruzione che eviterebbe di usare il MES visto che il nome di questo strumento è diventato tossico per una parte dell'opinione pubblica italiana per raggiungere esattamente lo stesso scopo: aiutare i paesi che ne hanno bisogno attraverso fondi raccolti con la garanzia di tutti. 

    Il Frankfurter Allgemeine Zeitung esprime però la preoccupazione che Giuseppe Conte si sia talmente esposto nella sua insistenza ad avere eurobond per tutti (per chi ne ha bisogno o chi no) da non poter accettare la soluzione senza perdere la faccia   ("Es stellt sich jedoch die Frage, wie Conte nach den Frontalangriffen der vergangenen Tage ohne Gesichtsverlust doch noch einen Kompromiss schließen kann".). 

    https://www.faz.net/aktuell/gesellschaft/gesundheit/coronavirus/cor...

     Dal punto di vista economico la soluzione che si starebbe disegnando sarebbe identica a quella che si sarebbe potuta ottenere con il MES senza l'impuntatura dell'Olanda.   Per permettere all'Italia, Spagna e a un paio di altri paesi di far fronte al prevedibile aumento dei loro bisogni finanziari nel 2020 e 2021 senza dover ricorrere al mercato (cosa sempre possibile grazie a santa BCE) servirebbero 250/300 miliardi di euro.   Sarebbe comunque prudente che il meccanismo creato avesse una disponibilità teorica di 400.   Sia perché è quello di cui si potrebbe avere bisogno nel peggior caso possibili, sia perché la cifra di 400 miliardi era già girata in altre proposte.

     La capacità residua di prestito del MES è di 410 miliardi di euro e sarebbe stato possibile metterla a disposizione dei paesi con qualche difficoltà il necessario e senza condizioni macroeconomiche.   Si starebbe pensando ad una nuova costruzione, invece di usare ciò che già abbiamo, per superare le resistenze di Olanda e Italia.   Ma questo è il prezzo che si deve pagare quando si ricercano soluzioni accettabili da tutti. 

    Spero che il nostro governo possa accettare una soluzione del tipo di quella di cui si parlerebbe (magari accompagnata da un aumento anche di altre parti del bilancio UE 2021-2027).

    Corona-Bonds: Conte wirft Deutschland nationalen Egoismus vor
    Italiens Ministerpräsident will bis „zum Letzten“ für Corona-Bonds kämpfen und erhebt schwere Vorwürfe gegen Berlin und Den Haag. In Rom gehen erste…
  • Purtroppo i contributi di Milena Gabanelli spesso lasciano perplessi.    Il contributo di questa settimana è azzoppato da un titolo fuorviante di cui forse la Gabanelli non ha la responsabilità completa.

    https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/germania-est-oves...

    Il titolo parla di "costi per l'Italia della riunificazione tedesca".    Ma l'articoli parla di un "contributo" italiano di poco meno di 40 miliardi di euro dovuto ad investimenti privati fatti in Germania da residenti italiani.   Si tratta quindi di persone che hanno trovato conveniente investire in Germania viste le possibilità che si erano create (tra questi ci furono i Riva che rilevarono delle acciaierie della Germania Est). 

    Che senso ha parlare di "costi per l'Italia" per spese di questo genere?

    Germania: quanto è costata ai tedeschi, all’Europa e all’Italia la caduta del muro | Milena Gabanel…
    Un fiume di denaro per allineare la ex Ddr, ma dopo 30 anni le differenze restano e l’estrema destra vola al 25%. Milena Gabanelli e Danilo Taino sul…
  • I malumori per la designazione del nuovo Presidente della Commissione crescono dappertutto,non solo in Germania.

    A me preoccupa piuttosto il ruolo che la Von der Leyen saprà svolgere in Europa alle testa della Commissione europea. Personaggio sconosciuto a molti di noi e molto criticato in patria per il suo lavoro da ministro. Almeno Juncker era stato ministro più volte e anche Primo Ministro, conosceva bene le problematiche e penso abbia gestito bene il dossier Brexit.

    E poi le regole si rispettano , che sarà ora del sistema degli Spitzenkanditaten usato per eleggere Juncker?

    Avrei di gran lunga preferito Timmermans sia per ''eccellente campagna elettorale condotta, sia per le sue aperte posizioni in difesa dei principi di base che regolano l'UE. Non possiamo tacere, noi cittadini europei, o lasciare passare in silenzio i vari attacchi che vengono lanciati contro l'idea stessa dell'Europa. Bisogna difenderla in tutti i modi e apertamente, ruolo svolto egregiamente da Tusk, Timmermans , e anche Verofstat. 

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Bufale e baggianate

Questo articolo, pubblicato il 14 dicembre 2017, smonta la bufala che gira in rete secondo la quale gli altri paesi dell'Unione europea avrebbere dato dei contributi finanziari per aiutare la Germania nell'opera di riunificazione.

Mentre, quest'altro, del 27 dicembre 2017 conferma che quando nel 2011 la Deutsche Bank decise di ridurre la sua esposizione sull'Italia fece di tutto per minimizzarne gli effetti sull'andamento del prezzo dei titoli italiani (come era del resto nel suo stesso interesse).

Questo è il link ad un articolo de La Stampa che inquadra il caso delle norme europee sulle dimensioni minime delle cozze.   Quando la CEE introdusse questo regolamento copiò una norma italiana che era già in vigore da anni !

Alcuni fanno dei commenti su di un presunto alcolismo di Jean-Claude Junker basandosi sulla sua andatura malferma.   La cosa è vergognosa.   Questo è il link al pezzo di BUTAC che ricorda il gravissimo incidente di cui fu vittima parecchi anni fa Jean-Claude Junker.

Questa bufala fa sorridere, ma è un esempio di cosa gira su certa pseudostampa: la notizia - falsa - che l'Unione europea avrebbe proibito di mettere i nomi sui campanelli dei portoni !