Risposte

  • Signor Puricelli,

    sono anni che tutti i governi fanno grandi annunci sul rilancio degli investimenti.   Ma succede ben poco.    Gli investimenti non si fanno per mancanza di fondi, ma per i mille ostacoli burocratici.

    Non vedo cambiamenti.   Per ridurre gli "ostacoli burocratici" bisognerebbe soppimere tanti "pareri" e "autorizzazioni" (per esempio quelli che in altri paesi non vengono chiesti.   Ma non vedo nessuno disposto a farlo.   Ogni ente ha la possibilità di bloccare un progetto e nesuno ha la possibilità di passare oltre al parere negativo di un ente.    Se non avremo il coraggio di far qualcosa di grosso, non cambierà nulla.

    Non capisco bene la domanda sull'aumento di capitale.    Abbiamo bisogno di nuove strade, ponti, tunnel e altre infrastrutture perché ci renderanno la vita più semplice, non perché costituiscano "capitale" (in ogni caso non monetizzabile).

  • Mi domando e Le domando se il governo ha, oltre alla conoscenza dei dati sottoindicati, la capacità di intravvedere l'importanza di "copiare" la Germania visto che avremmo un sacco di necessari interventi per cantierizzare non solo strade e ponti ma ampi territori facilmente soggetti a degrado, frane ed inondazioni che comportano, statisticamente parlando, una spesa media annuale di danni al bene pubblico   > a 1 mld e quasi altrettanto per costose conseguenze ai privati. 

    Nella popolazione italiana il numero di potenziali lavoratori da cantiere è veramente grande e la tradizione non è ancora scomparsa. Un incoraggiamento in tale settore, anzichè redditi di cittadinanza e quota 100 (che starebbe per esaurirsi) resusciterebbe in parte una predisposizione all'attività lavorativa che nei giovani appare ridotta ma non persa del tutto. Visto che potremmo avere danaro a bassissimo costo perché non "smuovere" l'attuale intorpidimento di parecchi nostri giovani che, almeno a parole, sarebbero alla ricerca di lavoro? In tal caso, a fronte di pochissimi interessi passivi, avremmo più occupazione e miglioramento del territorio ... la gente che lavora crea meno probemi a se' ed allo stato e solleva l'economia della zona. 

    Domanda: ma, l'aumento di Pil per cantieri per la sistemazione del territorio può essere considerato aumento di valore capitale?

  • L'anno scorso, durante alcuni giri estivi in Francia, Olanda e Germania avevo già notato (e commentato su Facebook) il grande livello di attività edilizia che era visibile in quei paesi.   Soprattutto, ero stato colpito dal numero di grandi progetti appena completati o in corso in vari paesi, soprattutto riconversioni di grosse aree industriali o di quartieri in declino. 

    Non sono ancora riuscito a trovare degli indicatori paragonabili tra i paesi (li cercherò quando sarò di ritorno a casa), ma ho la sensazione che l'edilizia in molti paesi del nord Europa abbia un peso sul PIL superiore a quello che ha in Italia. 

    L'indice Eurostat (2015 = 100) dava ad ottobre dell'anno scorso, prima della crisi del Covid, l'Italia a 100.6, la Francia 100.9 e la Spagna a 99.8.    La Germania era già allora in una posizione diversa con un indice pari a 112.2. 

    Quest'anno il Covid ha limitato il raggio dei miei viaggi.   Ho comunque finora passato molti giorni in Germania (27 giorni in tre giri in otto città diverse, attraversandone molte altre).   Quello che mi ha colpito in questi giri è la quantità di cantieri stradali.   Se ne vedono sulle autostrade, sulle strade locali e nelle città.   Il governo ha dichiarato di aver voluto accelerare i lavori programmati e la cosa è chiaramente visibile.   A Ginevra, dove sono stato tre settimane fa, ho addirittura visto dei manifesti dove le autorità del cantone si scusavano per la gran quantità di cantieri, ma spiegavano di aver accelerato i lavori pubblici proprio per contrastare la recessione. 

    Oltre ai tanti cantieri stradali, in Germania è visibile la solita forte attività edilizia.  Al momento sono ad Amburgo e dalla finestra della mia camera d'albergo vedo almeno 15 gru nella zona dove si sta riconvertendo parte del vecchio porto. 

    Le cifre di Eurostat confermano questa impressione.   Tra ottobre 2019 e maggio 2020, l'indice dell'attività di costruzione per l'Italia è passato da 100.6 a 95.5.    Quello per la Francia da 100.9 a 82.8.   Quello per la Spagna da 99.8 a 89.6.     In tutti questi paesi c'è stato un rallentamento.   Ben diversa è la situazione per la Germania.   L'indice è passato dal 112.2 dell'ottobre 2019 a 113.8 in maggio.     A giugno (mese per il quale non tutti gli indici sono ancora disponibili) il valore era addirittura di 114.6. 

    Questa è la maniera come si contrasta più efficacemente una recessione.   L'ecobonus va sicuramente nella giusta direzione, ma la cosa più importante è l'aumento degli investimenti pubblici.   Nel nostro paese questi sono diminuiti continuamente dai quasi 58 miliardi di euro del 2009 ai 37 del 2017-2018.   Nel 2019 abbiamo avuto un aumento a 39.8 miliardi.   Ma ora abbiamo bisogno di molto di più.  

  • Signor Puricelli,

    ma il paese ha bisogno di investimenti i!n progetti sani, che producano un ritorno adeguato.   Solo questi potranno durare.  Non abbiamo certo bisogno di investimenti che diventano redditizi solo grazie alle sovvenzioni e gli aiuti.

    L'intervento dello stato dovrebbe mirare al miglioramento delle condizioni in cui operano le imprese.   Dovrebbe mirare a far si che la produttività nel nostro paese possa ricominciare a crescere.   Questo significa abbandonare le imprese decotte e favorire lo sviluppo di quelle che possono svilupparsi grazie alle loro possibilità.

  • I tecnici potrebbero modulare i valori al fine di ingolosire gli imprenditori che, oltre ai depositi fermi sui loro cc, avessero ambizioni ed idee innovative.

    Qui, in Valle, 40 anni fa gli imprenditori proponevano progetti agli imprenditori, meglio se italiani, che gli assessori accettavano o meno (anche per "incoraggiamenti"). Ma se fosse lo Stato, in accordo con la UE, a proporre gli argomenti per poi scegliere tra i progetti proposti? Si farebbe una gara al ribasso sui 20 mln o sarebbe irregolare? Non lo riterrebbe interessante, se fosse imprenditore?

  • La sua proposta sul "contributo di 20 milioni per un capitale sociale di 100" mi sembra molto generosa.

    Una società dovrebbe facilmente realizzare ricavi in un anno almeno pari al capitale sociale.   Su dei ricavi di 100 milioni, l'impresa probabilmente pagherebbe tasse e imposte per ben più di 20 milioni.

    Dubito poi che lo stato possa offrire incentivi per la realizzazione di progetti proposti da un'associazione privata.   Ogni proposta del genere dovrebbe applicarsi a progetti che rispettino certi criteri generali stabiliti per legge.

  • Se un paese rimborsa in maniera anticipata il suo prestito con il MES non ha più nessun obbligo nei confronti di questa istituzione.

     

    Bruno Puricelli ha scritto :

    A favore del Mes ho fatto questo l'esempio che segue ma non sono certo che sia corretto:

    "..prendo in prestito10 mld, riesco a spenderli in accordo ai dettami UE nel primo anno in quota capitale; nel secondo anno emetto 10 mld di BTP e pago tutto il debito al MES.

    Mi resta in circolazione in Italia l'aumento di PIL derivante dai 10 mld prestati l'anno prima. A fine 2°anno pagherò gli interessi per i BTP...."

    Posso dire che Mi sono svincolato da eventuali obblighi col MES e investirli come mi pare?

  • Altra domanda.

    Si legge che i cc degli imprenditori > 600 mld. Se lo Stato  offrisse la sua partecipazione per costituire nuove  società su progetti scelti e proposti in seno a Confindustria "incoraggiando" detti imprenditori, detentori di liquidità sui loro conti, col sostegno paritetico di 20 mln interamente versati per un capitale sociale di 100 che resterebbe tutto ai sopraccitati imprenditori dopo 10 anni a condizione che l'attività abbia pagato tasse e imposte per l'impresa superiore a 20 mln entro i dieci anni iniziali, pensa che potrebbe essere una base di proposta o è incongrua? 

    Grazie per la risposta

  • Buongiorno,

    chiedo cortesemente la sua opinione riguardo una ipotesi:

    A favore del Mes ho fatto questo l'esempio che segue ma non sono certo che sia corretto:

    "..prendo in prestito10 mld, riesco a spenderli in accordo ai dettami UE nel primo anno in quota capitale; nel secondo anno emetto 10 mld di BTP e pago tutto il debito al MES.

    Mi resta in circolazione in Italia l'aumento di PIL derivante dai 10 mld prestati l'anno prima. A fine 2°anno pagherò gli interessi per i BTP...."

    Posso dire che Mi sono svincolato da eventuali obblighi col MES e investirli come mi pare?

     

  • Dopo il successo dei negoziati europei il governo entra nella fase più difficile: quella del sostegno della ripresa e del riorientamento della nostra economia.   Questo richiede scelte chiare e prese con un'adeguata trasparenza.  

    Non sarà facile prendere le decisioni giuste.  Presento alcune considerazioni suggerite da uno sviluppo recente: l'intervento dello stato in un'impresa di confezioni maschili, la Corneliani di Mantova.

    https://www.uominiebusiness.it/default.aspx?c=635&a=28641&t...

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