Diario

Per commentare l'attualità e proporre di parlare di temi non coperti da altre discussioni già aperte

Per aggiungere dei commenti, devi essere membro di Che Italia vogliamo ?!

Join Che Italia vogliamo ?

Voti 0
Inviami un'e-mail quando le persone aggiungono una risposta –

Risposte

  • E vero che la troika non è effetto del default ma essa appare se c’è questo pericolo. Mi pare che la Grecia poteva scegliere fra andare a default oppure accettare il controllo dei creditori ed ha scelto questa ultima possibilita

    Dici che nel nord ( diciamo cosi) oltre al timore di dover pagare se quelli del sud non pagano vi è anche una differenza di mentalita  ( alcuni richiamano qualcosa di simile al cosiddetto calvinismo  negli USA , ma io non ci credo ). Pero le due cose mi paiono convergere: se uno è convinto che solo una bilancio in pari puo generare  sviluppo temerà pure che quelli che non lo hanno finiscano con il non pagare

    E  vero  poi che  non si parla di condividere il debito pregresso ma condividere il debito nuovo non mi pare  cosa molto diversa.

    Il problema  mi pare sempre lo stesso : non è possibile che chi paga non possa controllare le spese

      Quindi se l Unione europea non  ha questa possibilita ( come  uno stato) non puo esserci solidarietà  

  • Grazie, Fabio, per  le amplissime e puntuali spiegazioni

    In estrema stintesi :

    é vero che il bilancio UE è redistributivo ma si tratta di poca cosa ( 1% di cui metà,  credo, di dazi) e chiedevo se fosse possibile una ampliamento significativo

    A questo rispondi nel secondo punto indicandolo nella proposta spagnola: ma questa proposta, a tuo giudizio, ha qualche possibilità di essere accettata ? e eventualmente in che ordine  di cifra?

     per  quanto riguarda il MES se è limitato solo alle spese mediche per il virus mi sembra cosa poco importante; non vedo perche tanto accanimento

     Nel prossimo  qualche altra annotazione- domanda  piu specifica

     

  • Ma in realtà se uno stato va in default la troika diventa il male minore tanto è vero che anche la Grecia lo ha preferito.   E vero o no?

    Il MES speciale per il Covid sarebbe riservato solo alle spese mediche per il Covid, oppure alle sanità in generale oppure estesa anche agli effetti sociali (sussidi).    Nel 1 o 2 caso mi pare poco significativo.   E cosi o meno ?
     

    La "troika" (la condizionalità) non è la conseguenza diretta del default, ma del richiedere dei prestiti agli altri stati membri (per esempio, attraverso il MES, che è di fatto il FMI europeo).   È difficile che qualcuno possa prestare decine o centinaia di miliardi senza assicurarsi che ha avuto bisogno di aiuto si metta sulla retta via, cosa che aumenta la possibilità che sia in grado di rimborsare il prestito.

    Il testo del documento dell'eurogruppo dice che la nuova linea di credito del MES servirebbe a finanziare "i costi diretti e indiretti del sistema sanitario, della cura e della prevenzione provocati dalla crisi del Covid 19".   Bisognerà vedere come questa formula sarà ufficializzata nei prossimi giorni.   Adesso è abbastanza restrittiva.   Essenzialmente si limita a finanziare l'aumento di spesa sanitaria tra il 2019 e il 2020 o 2021.   Nel caso dell'Italia, se la formulazione rimanesse in questi termini potrebbe significare meno dei 35/36 miliardi dei quali tutti parlano.

  • Ma se gli eurobonds fossero emessi sul bilancio comune si realizzerebbe una cosa del genere?    E vero o meno? 

    Quello di cui si discute invece è solo di una garanzia sul debito che riduce gli interessi (poca cosa, mi pare) ma che soprattutto allontana il pericolo di default.   E cosi e no ?

     

    Che i fondi raccolti con degli eurobond (titoli emessi con una garanzia – totale o parziale – di tutti gli stati membri) sia riprestati agli stati membri o utilizzati dal bilancio comunitario, il vantaggio principale è quello della riduzione dei tassi di interesse pagati.   Questa riduzione è sensibile per alcuni paesi, più piccola per altri e inesistente per altri ancora.   Nel caso i fondi siano riprestati (come si è fatto finora con i più di 700 miliardi di euro di eurobond già emessi de MES, BEI e Commissione europea) le cose sono chiare.   Se i fondi alimentassero il bilancio dell'Unione europea si tratterebbe sempre di prestiti.   Tutti gli stati membri, invece di versare fondi propri, si indebiterebbero con gli eurobond che dovranno ripagare seconde le proprie quote nel bilancio dell'UE.

    Nel primo caso c'è il vantaggio che essere indebitati verso un organismo ufficiale (quello che ha emesso gli eurobond) è percepito come pericoloso dell'emettere titoli propri.   Nel secondo, gli analisti includeranno sempre nei loro calcoli la quota di ogni paese nel rimborso degli eurobond, ma un default degli eurobond non equivarrebbe ad un default di un paese.

    Le emissioni di eurobond di cui si parla non cambierebbero molto il rischio di default.   Le proposte di emissioni di eurobond più ambiziose parlano di 1500 miliardi (per esempio quella spagnola; il governo italiano non ha mai fatto sapere cosa chieda).    Di questi la parte italiana potrebbe essere di circa 120 miliardi.   Questa cifra non cambia radicalmente la valutazione del debito pubblico italiano (2400 miliardi) soprattutto visto l'annuncio della BCE di comprare almeno 170/180 miliardi di titoli di stato italiani.

    Ci potrebbe essere una differenza (positiva o negativa) se le spese si facessero secondo una chiave di distribuzione diversa da quella dei contributi al bilancio EU e del rimborso degli eurobond.   Nella proposta spagnola, i fondi raccolti con degli eurobond "perpetui" dovrebbero essere ripartiti tra i vari paesi (nel 2021) in funzione dell'impatto del Covid su ciascuno di essi e in funzione della caduta del PIL di ogni paese nel 2020.

     

    L'opposizione degli stati del nord dipende dal timore che nel caso di default di paesi del sud siano chiamati essi a pagare : quindi condizionano a delle garanzie ( fino alla famigerata troika).    E cosi o no?   

    Le ragioni dell'opposizione di alcuni paesi all'introduzione degli eurobond sono più di una.   Parlerò, per ragioni pratiche, di "nord" e "sud" anche se le differenze di opinione non seguono strettamente la geografia.   Per esempio, i paesi anglosassoni accettano di solito un uso più aggressivo del bilancio pubblico, mentre alcuni paesi del sud sono stati a volte "rigoristi" tanto quanto quelli del nord.   Il riferimento ai "paesi" va chiaramente inteso come un riferimento alle posizioni delle maggioranze politiche di ogni paese e dei governi che queste esprimono.   In ogni paese ci sono tantissime posizioni diverse. 

    Il motivo più ovvio per non volere l'emissione di eurobond è che questa implica un'assunzione comune di rischio.   Se uno stato non fosse più in grado di far fronte alla propria quota di rimborsi, gli altri paesi dovrebbero farvi fronte ripartendo tra di loro quanto manca.   Ma questa non è la ragione principale dell'opposizione tedesca (contrariamente a quello che si legge sui social network).

    L'opposizione nord-europea viene soprattutto da una visione diversa da quella dei paesi del sud sulla migliore maniera di ottenere più crescita e più occupazione. L'opinione pubblica del nord Europa riconosce che in certe circostanze (recessioni, riunificazione tedesca, crisi coronavirus) uno stato deve intervenire, anche massicciamente, e accettare forti disavanzi.   Ma chiede alle autorità di riequilibrare i conti pubblici non appena possibile.   Un governo che fa debiti è visto come un governo incapace, un governo che non sa gestire le finanze pubbliche.

    D'altronde questo è quello che ci ha insegnato J. M. Keynes: durante una recessione si sostiene l'economia con spesa in disavanzo, ma quando la crescita ritorna si devono generare degli avanzi per poter ripagare l'aumento di debito fatto durante la recessione.

    I cittadini del "nord" sostengono che il loro approccio ottiene migliori risultati in termini di occupazione e di crescita di quello di chi vuole sempre fare nuovi debiti (forse noi abbiamo una certa familiarità con un paese che negli ultimi sessanta anni ha sempre avuto disavanzi, anche quando la crescita era accettabile o buona).

    Le differenze di crescita economica tra nord e sud Europa non si spiegano certo con le differenti politiche di bilancio, ma l'argomento secondo il quale i conti pubblici sani favorirebbero la crescita ha una superficiale verosimiglianza che ne ha facilitato l'accettazione da parte dell'elettorato dei paesi del nord Europa.   Probabilmente buona crescita e finanze pubbliche in ordine sono entrambe il risultato di politiche economiche più attente.   In ogni caso, è sicuro che l'accumulo di debito pubblico costituisce una grossa palla al piede della politica economica di un paese.   In Germania, la coalizione di governo attuale ha vinto due elezioni con la promessa di avere un bilancio pubblico almeno in equilibrio ("Schwartze Null", uno zero scritto con l'inchiostro nero). 

    I Trattati europei stabiliscono che il bilancio dell'Unione europea deve essere in equilibrio (articolo 310 TFUE).   I paesi del "nord" tengono fortemente a questo principio.   Questi paesi vedono gli eurobond come un primo passo su di una strada scivolosa.   La loro introduzione potrebbe anche essere giustificata da una situazione eccezionale, ma una volta creati questi potrebbero essere utilizzati di nuovo per risolvere situazioni difficili - per esempio, nei negoziati sul bilancio europeo - e aprire la porta ad un bilancio dell'UE in disavanzo (basti pensare alla difficoltà delle discussioni in corso sul bilancio 2021-2027).   L'esperienza insegna che i governi di coalizione tendono a fare più disavanzi che i governi monopartitici.   L'Unione europea, per molti aspetti, è un "governo di coalizione" con 27 partiti. 

    Le autorità tedesche hanno sempre affermato che non accetteranno mai gli eurobond proprio per questo motivo.   Vedono gli eurobond come qualcosa che potrebbe aprire la porta a disavanzi a livello europeo che potrebbero diventare permanenti e pericolosi. Il fatto che gli eurobond siano chiesti insistentemente proprio dall'Italia conferma le loro paure. 

    C'è poi il problema strano che per l'opinione pubblica tedesca il termine eurobond è associato strettamente con proposte di condivisione del debito pubblico esistente dei vari paesi (e ci sono effettivamente state alcune proposte in questo senso; alcune fatte anche da economisti tedeschi.   Non esiste nessuna ragione perché gli eurobond per finanziare nuove spese sfocino in una condivisione del debito pubblico esistente, ma spesso le credenze dell'opinione pubblica non hanno una base razionale.   Ogni volta che un nostro politico o un nostro giornalista parla incautamente di "condivisione del debito", molti elettori del nord-Europa pensano che stia parlando di condivisione del debito pubblico esistente e si chiudono nel bunker. 

    Qualche giorno fa, il Frankfurter Allgemeine Zeitung ha pubblicato un articolo del suo corrispondente in Italia che descriveva le posizioni del governo e dei vari partiti e arrivava alla conclusione che "L'impressione che si ricava da quello che dichiarano la Lega e il M5S è che gli eurobond siano per l'Italia la maniera ideale per ottenere grossi finanziamenti senza che poi ci sia qualcosa da ripagare".   E il corrispondente della FAZ non è stato l'unico ad aver avuto questa impressione.   Tommaso Monacelli, in un pezzo pubblicato su La Voce, parla di una "opinione comune che i coronabond costituirebbero debito che sarebbe ripagato da altri".

  • Giovanni,

    stiamo bene (o almeno lo pensiamo; non abbiamo sintomi) e qui si può uscire e fare lunghe passeggiate.   Spero anche voi stiate bene.

    Ti rispondo a blocchi di temi.

    "Innanzi tutto:  la gente pensa che la UE dovrebbe comportarsi come uno stato  che prende secondo le possibilità e che  da secondo i bisogni: ma la UE non è uno stato e quindi interventi del  genere sono fuori discussioni.    E vero o meno?"

    L'Unione europea non è certo come uno stato nazionale (e non lo sarà probabilmente mai).    Ma nonostante questo esiste una certa solidarietà al suo interno.   I paesi più grandi e più ricchi hanno versato al bilancio dell'UE molto più di quanto abbiano ricevuto.   Tra il 2000 ed il 2018, la Germania ha versato, come cifra netta, 178.5 miliardi di euro; la Francia 90.2 miliardi il Regno Unito (nonostante lo sconto) 82.6 miliardi, l'Italia 61.0 miliardi e l'Olanda 41.9 miliardi. 

    Tra i paesi con un saldo netto positivo, il primo paese è la Polonia con 116.9 miliardi di euro (compresi i fondi pre-adesione); poi c'è la Grecia con 83.8 miliardi, la Spagna con 80.4 miliardi, il Portogallo con 51.8 miliardi e l'Ungheria con 45.0 miliardi.

    Come ho ricordato varie volte, la Grecia dal 1981 ha ricevuto ogni anno un aiuto dell'Unione europea pari a circa il tre per cento del suo PIL, più o meno l'ordine di grandezza degli aiuti del piano Marshall.

  • La confusione mi pare davvero enorme a tutti i livelli Allora,  caro Fabio, che sei l’unico esperto  che io conosca ( e  uno dei pochi esperti in generale) ti chiedo se ho capito qualcosa o meno pure io

     Innanzi tutto:  la gente pensa che la UE dovrebbe comportarsi come uno stato  che prende secondo le possibilità a che  da secondo i bisogni: ma la UE non è uno stato e quindi interventi del  genere sono fuori discussioni ,

     E vero o meno?

    Ma se gli eurobonds fossero emessi sul  bilancio comune  si realizzerebbe una cosa del  genere?  

    E vero o meno?

     Quello di cui si  discute  invece è solo di una garanzia  sul debito che riduce  gli interessi ( poca cosa, mi pare) ma che soprattutto allontana  il pericolo di default

     E cosi e no ?

    L opposizione degli stati del nord dipende dal timore che nel caso di default di paesi del sud  siano chiamati essi a pagare : quindi condizionano a delle  garanzie ( fino alla famigerata troika )

    E cosi o no?  

    En passant :

     ma in realta se uno stato va in default la  troika diventa il male minore tanto è vero che anche la Grecia lo ha preferito 

    E vero o no ?

    Il   MES speciale per il covid sarebbe riservato solo alle spese mediche per il covid, oppure alle sanita in generale oppure estesa anche agli effetti sociali (sussidi) Nel 1 o 2 caso mi pare poco significativo

     E cosi o meno ?  

     

     Con l’occasione un caro saluto a te e a Marianne:  come è la situazione in Belgio ?

     

     

  • Mariella,

    ma che l'Italia emetta titoli sul mercato è normale.   Gli interventi della BCE sul mercato servono proprio a far si che i paesi, tutti, possano conbtinuare a prendere soldi sul mercato senza aumenti sigificativi dei loro tassi di interesse.

     

  • É veramente frustrante e irritante non riuscire a capire la posizione del nostro Primo Ministro su temi su cui si discute da tempo . Con tono lamentoso e penoso. Anche il tg1 ha parlato dell'intervista al giornale tedesco ,per di più in una lingua che suppongo non parla ne capisce.  Sempre il tg1 ha parlato  di una  intervista  di di Maio a un giornale spagnolo ,non ho capito cosa ha dichiarato. mi danno l' impressione che non si rendano conto di quel che dicono essi stessi ,né di  quale sia il fine obiettivo.

    Stamane il FT titolava " Italia to launch retail bonds for coronavirus funding " , come se volessero  fare da soli e incolpare altri , cioè l'UE , dei propri misfatti. 

    Aspetto di vedere come va a finire.....

  • Sono sempre più seccato e irritato dalla maniera come Giuseppe Conte presenta il problema degli eurobond all'opinione pubblica internazionale e, soprattutto, a quella tedesca.   Non aiuta e non ci fa onore. 

    Giuseppe Conte ha dato oggi un'altra disastrosa intervista alla Suddeutsche Zeitung che ha perfino provocato una leggera presa in giro da parte dallo Spiegel. 

    Ancora una volta Giuseppe Conte non ha detto nulla di concreto su quello che l'Italia propone, non ha dato un solo argomento concreto a favore dell'emissione di eurobond, ne ha spiegato perché l'Italia sostiene la proposta di una loro emissione. 

    Ha invece presenta una collezione spettacolare di banalità sulle quali non si può che essere d'accordo, ma che non danno nessun contributo alla discussione: "Dobbiamo vedere i problemi dell'Europa come europei", "Siamo di fronte al più grosso shock dalla fine della guerra", "L'Europa deve dare una risposta che sia all'altezza della sfida attuale", "Serve tutta la potenza di fuoco dell'Unione europea", "Il problema non è di condividere i debiti del passato o quelli futuri, il problema è dare una risposta eccezionale comune". 

    Abbiamo la presa di posizione sugli eurobond del Parlamento europeo, abbiamo tantissimi contributi di economisti e analisti, sugli eurobond veniamo da venti anni di discussioni.   Come è possibile che il nostro primo ministro non sia in grado di dire qualcosa di concreto sul tema ?  Chi gli ha consigliato questa strategia del non dir nulla ? 

    Ma la cosa non solo non ci fa prendere sul serio dai nostri partner, ma è molto pericolosa nei confronti della nostra opinione pubblica.   Sta facendo credere che il futuro economico dell'Italia dipenda dagli eurobond, sta facendo credere che l'emissione di eurobond ci darebbe risorse che non potremmo avere in altre maniere.   Tommaso Monacelli su La Voce ha scritto che molti in Italia sono arrivati a pensare che gli eurobond costituirebbero risorse cadute dal cielo, fondi che non dovremmo mai ripagare. 

    Il grosso vantaggio degli eurobond è che costituirebbero dei fondi che potremmo avere ad un tasso di interesse più basso (come quello del MES).   Se l'Italia potesse avere fondi per 100 miliardi attraverso degli eurobond, risparmierebbe un miliardo e mezzo di euro all'anno sugli interessi.   Una cifra rispettabile e da non disprezzare, ma non certo una cifra da cui dipenda il nostro futuro economico. 

    https://www.spiegel.de/wirtschaft/soziales/corona-krise-italien-poc...

    https://www.sueddeutsche.de/politik/conte-italien-coronavirus-1.488...

    Coronakrise: Italien pocht auf Corona-Bonds - DER SPIEGEL - Wirtschaft
    "Wir müssen als Europäer auf Europa schauen": Italiens Ministerpräsident Conte hat ein flammendes Plädoyer für gemeinsame EU-Anleihen gehalten, um di…
  • Da vari giorni, il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale ci stanno ricordando la grave situazione dei paesi più poveri, soprattutto in Africa.   Questi paesi non sono colpiti direttamente dal Covid-19 (hanno pochi casi ufficiali e, purtroppo, il Covid si aggiunge alle tante altre cause di mortalità che esistono in quei paesi).   La preoccupazione delle organizzazioni internazionali e di tanti altri osservatori è per il fatto che questi paesi sono colpiti dal lockdown nei paesi industrializzati.   Le loro esportazioni verso i paesi industrializzati sono praticamente ferme. 

    Questa notizia è grave per i paesi emergenti, ma ci ricorda anche che nelle prossime settimane i nostri governi non dovranno fare una scelta tra salute e economia, ma tra due gravi forme di disagio sociale. 

    La globalizzazione ha permesso a centinaia di milioni di persone di migliorare le loro condizioni; il Millennium goal della riduzione della povertà assoluta è stato raggiunto prima del previsto.   C'è una sola cosa che sia peggiore delle condizioni di lavoro delle sarte del Bangladesh o di quelle di tanti lavoratori africani: il non avere più nessun reddito.   E questo succede proprio adesso quando, pensando all'immigrazione, tanti sostengono che questi poveretti dovrebbero essere "aiutati a casa loro". 

    Ma più vicino a noi c'è il dramma delle tante persone stanno perdendo il lavoro nonostante tutti gli sforzi dei governi.   Le persone più colpite sono le più deboli: i lavoratori autonomi, quelli precari e soprattutto quelli che lavorano in nero.    Il "confinamento" è una scelta non molto dolorosa per chi vive in una casa confortevole, ha un reddito sicuro (per esempio, le pensioni) e ha un buon livello culturale.   Ma il confinamento ha un peso molto forte per la parte più debole delle popolazioni di tutti i paesi industrializzati. 

    Scegliere la via della massima sicurezza è una scelta facile per chi vive relativamente bene.   Sono molto perplesso dalle scelte fatte in India e in altri paesi poveri.   I governi, espressione soprattutto delle classi più agiate, hanno fatto la scelta del confinamento come i paesi industrializzati, ma questo significa la fame e la disperazione per la stragrande maggioranza della popolazione. 

    Non c'è dubbio che i lockdown siano stati la scelta giusta nei paesi industrializzati.   Nessun governo democratico può assistere a migliaia di decessi in più senza aver cercato di fare tutto il possibile per evitarli.   

    Ma adesso si dovranno definire i tempi e le modalità di riapertura delle attività.    Non si è più in una situazione di "bianco" o "nero".   Si dovrà scegliere la tonalità di grigio che conviene meglio all'insieme della popolazione.   Se si chiede alla professione medica quale sia la migliore strategia per battere l'epidemia, la risposta non può essere che "tutti a casa fino a quando si avrà un vaccino".   Ma questo avrebbe un costo sociale altissimo.   I governi dovranno trovare un giusto equilibrio tra esigenze contrastanti. 

    L'Italia è un paese che tende a fare scelte orientate soprattutto al rifiuto dei rischi, quale che ne sia il prezzo.   Ho paura che le nostre scelte future saranno orientate di nuovo in questa direzione.   L'Italia è stata colpita dall'epidemia ben prima di tanti altri paesi, ha esitato un po' a prendere certe misure perché nessuno (in tutta Europa) sapeva che fare; nessuno aveva veramente cercato di imparare dall'esperienza cinese, la Cina è lontana.   Ma comunque l'Italia è stata il primo paese europeo a decretare il lockdown.   Sarebbe logico pensare che l'Italia sia anche il primo paese europeo ad uscirne.   Non penso che sarà così. 

    Molti altri paesi europei hanno cominciato a riaprire certe attività.  La Danimarca ha riaperto le scuole oggi.   La Francia ha annunciato la loro riapertura per l'11 maggio.   Anche in molti altri paesi si discute della loro riapertura.   Da noi sembra si stia sviluppando un consenso per il mese di settembre.   La Sagna ha deciso di far ripartire le fabbriche, l'edilizia e gli uffici. L'Austria sta riaprendo parecchie attività, per esempio, i negozi.   E si potrebbero fare molti altri esempi. 

    Le statistiche ufficiali sui casi di contagio e le morti dovute al Covid-19 sono molto incerte.  Ma, per quello che valgono, ci indicano che l'Italia non è il paese europeo più colpito dall'epidemia.   Spagna e Belgio hanno più contagi e decessi per milione di abitanti di noi.   La Svizzera ha anche più casi di contagio dell'Italia.   La crescita delle cifre del Regno Unito fa pensare che ci possa presto superare in questa non invidiabile classifica. 

    Siamo arrivati a questa crisi con le ossa rotte da trenta anni di crescita inferiore a quella degli altri paesi europei.   La nostra economia ha ripreso a crescere dopo le recessioni del 2009 e del 2012/2013 più lentamente degli altri paesi.   L'Italia e la Grecia sono i soli due paesi a non aver ancora ritrovato il livello di reddito reale del 2007.   Mantenere il lockdown più a lungo degli altri paesi significherà avere una recessione più forte di quelle degli altri paesi.   E questa recessione, come ho spiegato, rischia di colpire i più deboli ancora di più di quella del 2008/2009 nella quale il settore a subire il più grosso ridimensionamento strutturale era stato quello finanziario.

This reply was deleted.

Per seguire una discussione cliccate sul suo titolo.   Potrete aggiungere un commento o una domanda inserendo il testo che volete nel riquadro in fondo alla pagina e poi cliccando su "Rispondi" o rispondere ad un commento particolare (cliccare sul "Rispondi" scritto in caratteri piccoli sotto al commento al quale volete reagire) inserendo il vostro testo nel riquadro.   Dopo aver "postato" il vostro commento/domanda avete ancora 15 minuti per poterlo eventualmente correggere.   Se una discussione vi interessa particolarmente potete cliccare su "Segui" in fondo alla discussione.   In questa maniera riceverete un messaggio e-mail ogni volta che un nuovo commento sarà inserito nella discussione.    Cliccando su "Non seguire più" potete interrompere in ogni momento l'invio di questi messaggi.

Ogni tipo di intervento è il benvenuto.   Dall'intervento di tre o quattro paragrafi che presenta in maniera esauriente un argomento particolare alla domanda di spiegazioni supplementari di due righe.   I temi proposti hanno lo scopo di lanciare una vera discussione e quindi le espressioni di dissenso da quanto scritto nei testi introduttivi o da quanto affermato nei commenti da altri partecipanti sono le benvenute.   Cliccate qui per un'avvertenza importante a proposito del bottone "Elimina".

Materiali sui vaccini

Previsisioni di disponibilità dei vaccini (Ministero della Salute).

 

 

  

Le mie opinioni

SoloRiformisti

26 marzo 2021      Ecco perché scarseggia il vaccino AstraZeneca

Ecco perché scarseggia il vaccino AstraZeneca - Solo Riformisti

 

Euractiv.it

5 marzo 2021                                  Vaccini: ecco perché è sbagliato attribuire all'UE errori non suoi.

Vaccini: ecco perché è sbagliato attribuire all’Ue errori non suoi – EURACTIV Italia

 

Corriere della Sera

6 marzo 2021 Israele e USA hanno battuto l'UE: i paesi "pragmatici" contro i paesi giuridici

Vaccini, Israele e Usa hanno battuto l'Europa: Paesi «pragmatici» contro «giuridici»- Corriere.it

 

Attività recenti

Altro…