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SoloRiformisti
26 marzo 2021 Ecco perché scarseggia il vaccino AstraZeneca
Ecco perché scarseggia il vaccino AstraZeneca - Solo Riformisti
Euractiv.it
5 marzo 2021 Vaccini: ecco perché è sbagliato attribuire all'UE errori non suoi.
Vaccini: ecco perché è sbagliato attribuire all’Ue errori non suoi – EURACTIV Italia
Corriere della Sera
6 marzo 2021 Israele e USA hanno battuto l'UE: i paesi "pragmatici" contro i paesi giuridici
Vaccini, Israele e Usa hanno battuto l'Europa: Paesi «pragmatici» contro «giuridici»- Corriere.it
Risposte
Germany voices concern over Italy's block of vaccine export to Aust...
Dati della Fondazione Gimbe sulle consegne e somministrazioni del vaccino AstraZeneca.
Tu hai ragione assolutamente nel dire che Cazzullo parte da una premessa errata e che il blocco della esportazione per l’Australia è ingiustificato
Il problema pero è la UE aveva conseguito un grande popolarita perche per un momento era sembrata come una efficace coordinatrice
POI abbiamo visto che UK e USA sono molto avanti ( e non parliamo di Israele) mentre i paesi UE sono ancora travolti dalla terza ondata : ogni giorno che passa significa drammatiche poverta, la morte di tanti , la paura di morire per tantissimi
Nasce quindi una grande delusione e anche rabbia contro la UE (come riporta anche le Figaro di oggi)
Il fatto come tu rilevi che non si sono fatti errori ma si è seguito regole e principi della UE finisce con l’essere una critica piu radicale perche tutti possono sbagliare : anche la UE: errare è umano Ma se invece si sono seguiti certi principi e regole allora sono quelli che sono sbagliate.
Le complicate procedure di accordo fra gli stati hanno portato a contratti sbagliati con una sciagurata lesina sui costi mentre gli stati che hanno fatto per contro proprio si sono accaparrati i vaccini spendendo qualche soldo in piu e seguito qualche procedura in meno
Sa applichiamo le regole della liberta di commercio ai vaccini è quelli partono per altri paesi allora quella liberta è sbagliata, almeno in questo caso
E questo è il commento di Eurointelligence.
Italy blocked the export of AstraZeneca vaccines from its plant near Rome to Australia. It is the first time an EU country has used the notification and authorisation mechanism the European Commission put into place late January for vaccine exports outside the EU. Under the system, vaccine producers need to ask for permission at the national ministry to export from their plants. If an EU government decides that the vaccine is being exported before the contractual obligations towards the EU are met, it can block though not ban the export. Up until now 172 permissions were granted, this is the first to be blocked, due to its size says the Italian government.
With Italy's infection rates rising again, Mario Draghi is keen to speed up the pace of vaccinations. The vaccine rollout started promisingly in January, but since then it has been plagued with delivery shortfalls and distribution problems. Draghi is working on an overhaul of this slow and uneven rollout, focusing on logistics and recruiting the military to help. He replaced two key figures in charge of the programme. Under consideration is also a plan for the military to convert its drive-through testing sites into rapid-inoculation stations, according to Bloomberg.
Italy justified the move to reject the export of 250,000 vials, saying Australia is not considered vulnerable. The volumes are high compared to the quantity of vials delivered to Italy and EU countries to date. AstraZeneca has delivered around 1.5m doses to Italy, according to the government.
For the EU as a whole, AstraZeneca will deliver only 40% of 40m doses they agreed supply to EU member states in the first quarter of the year, citing production problems for the shortfall. Will Draghi's move change the course? What if other EU member countries follow suit? This is likely to escalate tensions between the European Commission and AstraZeneca. Both got off to a rocky start after the EU accused the producer of favouring the UK and shorting the EU on doses.
The demand for AstraZeneca got a boost, as the range of people who can be vaccinated with AstraZeneca is widening after Germany authorised its use in the over-65s. And Italy's health minister Roberto Speranza has asked for scientific data to see if the same can be done in Italy.
France seems to have the opposite problem. An official in the health ministry told reporters that out of 600,000 doses of AstraZeneca delivered to health centres since early February, only a quarter of them had been administered. The underuse of doses is not limited to AstraZeneca alone. Out of 7.9m vaccine doses, 4.6m have been administered. Various reasons have been put forward, including storing for second jab, logistical problems, etc. Now that Emmanuel Macron fully backs the vaccine and it is allowed to be administered to the 65+, this bottleneck may be transitional only.
Ricordo alcuni fatti.
Dal Corriere della Sera di oggi. Mossa di Draghi sui vaccini Bloccato l’export delle dosi
di Francesca Basso e Marco Galluzzo
la linea dura dell’Ue sui vaccini parte dall’Italia. Il premier Mario Draghi, con l’assenso della Commissione europea e all’indomani della telefonata con Ursula von der Leyen, ha fermato un carico di 250 mila dosi di AstraZeneca per l’Australia. La mossa è il primo stop all’export di farmaci, da quando Bruxelles a gennaio programmò il sistema per fermare la vendita di fiale fuori dall’Europa.
«Whatever it takes. E credetemi: sarà abbastanza». Il premier Mario Draghi è uomo di parola e da banchiere centrale ne conosce il peso. I mercati lo hanno sperimentato nel 2012, quando pronunciò quelle parole per salvare l’euro. Una settimana fa nella riunione tra i leader Ue incentrata sulla risposta europea al Covid e all’emergenza vaccini, Draghi aveva detto che «le aziende che non rispettano gli impegni non dovrebbero essere scusate». Alle dichiarazioni ha fatto seguire i fatti: l’Italia ha bloccato, con il via libera Ue, l’esportazione di 250 mila vaccini di AstraZeneca destinati all’Australia, confezionati nello stabilimento di Anagni.
Il nostro è il primo Paese Ue ad avere fermato uno stock di dosi da quando a fine gennaio la Commissione europea ha creato il meccanismo di notifica e autorizzazione per l’export di vaccini anti-Covid fuori dall’Unione. La misura di controllo è stata attivata dopo che proprio la casa farmaceutica britannico-svedese AstraZeneca aveva comunicato un taglio del 60% delle dosi destinate all’Ue nel primo trimestre rispetto a quanto previsto dal contratto, senza però ridurre i rifornimenti al Regno Unito. L’atteggiamento del ceo Pascal Soriot non era stato collaborativo, i numerosi incontri erano stati definiti da Bruxelles «insoddisfacenti». Ora la riduzione delle forniture è stata contenuta al 25% ma l’ammanco sta pesando comunque sulle campagne vaccinali dei Paesi europei, Italia inclusa che ha fatto grande affidamento sul vaccino AstraZeneca.
L’Italia non ha fatto altro che applicare il regolamento del meccanismo Ue e ha respinto la richiesta di autorizzazione perché il Paese destinatario, l’Australia, è considerato «non vulnerabile»; permane nell’Ue e in Italia la carenza di vaccini e persistono i ritardi da parte di AstraZeneca; lo stock da esportare era composto da un elevato numero di dosi rispetto alla quantità di fiale finora consegnate all’Italia e ai Paesi Ue. Il meccanismo prevede che la decisione sia notificata a Bruxelles, perché lo Stato membro è tenuto a decidere «conformemente al parere della Commissione». Vale però la formula del silenzio assenso. La proposta italiana era stata notificata dalla Farnesina alla direzione generale Salute venerdì scorso, secondo giorno del video-summit dei leader Ue, ed ha ricevuto il via libera il 2 marzo, giorno in cui è stata informata AstraZeneca.
Non è stata una scelta facile diplomaticamente, anche se l’Australia non è in emergenza. Ma l’intervento di Draghi aveva incassato il sostegno del presidente francese Emmanuel Macron e non solo. Tutti gli Stati membri sono in difficoltà per le vaccinazioni a rilento. Il governo sta lavorando in collaborazione con Bruxelles: non solo le telefonate tra Draghi e la presidente Ursula von der Leyen, ieri era a Roma il commissario all’Industria Thierry Breton che ha incontrato il ministro dello Sviluppo Giancarlo Giorgetti per discutere della produzione di vaccini sul nostro territorio. In passato l’Italia aveva autorizzato l’export di dosi, però si trattava di quantità contenute. Nelle settimane scorse Canada e Giappone avevano manifestato a Bruxelles la preoccupazione di non venire riforniti, dopo la creazione del meccanismo di autorizzazione all’export e la Commissione aveva sempre detto che l’obiettivo era controllare, non bloccare. Forse è per questo che sugli account Twitter dei commissari Ue e della presidente non si sono visti né annunci né commenti. Von der Leyen ha twittato le 14.400 dosi consegnate alla Moldavia da Covax, di cui l’Ue è il maggiore contributore.
Intanto ieri l’Ema ha avviato la valutazione rapida del vaccino russo Sputnik V e ha detto che valuterà «i dati non appena saranno disponibili per decidere se i benefici superano i rischi». La revisione continuerà fino a quando non saranno disponibili «prove sufficienti» per la domanda di autorizzazione. Si allarga la platea di chi può essere vaccinato con AstraZeneca: ieri la Germania ne ha autorizzato l’uso anche sugli over 65. E il ministro della Salute Roberto Speranza ha chiesto di valutare i dati scientifici per verificare la possibilità di fare lo stesso in Italia.
Sono deluso dalla decisione del governo italiano di bloccare l'esportazione un lotto di vaccini AstraZeneca destinati all'Australia.
Il comportamento della AstraZeneca è criticabile. La ditta ha deciso di trasferire le conseguenze delle sue difficoltà di produzione in una fabbrica in Belgio unicamente sulle consegne previste per l'Unione europea. Il contratto è tra la AstraZeneca e l'Unione europea e l'impegno della ditta a fare del suo meglio per rispettare il calendario di consegne non è limitato alla produzione effettuata nell'UE. Alcuni dicono che il contratto non sarebbe chiarissimo su questo punto, ma la lettura che ne ho fatto mi conduce alla conclusione che le difficoltà di produzione nell'UE avrebbero dovuto essere ripartite su tutte le consegne AstraZeneca.
Il blocco dell'esportazione di materiale medico è una possibilità aperta da una decisione della Commissione europea del 31 gennaio scorso con scadenza al 31 marzo. Questa decisione è stata giustamente criticata in tutto il mondo industrializzato come una violazione di principi che la stessa Unione europea, blocco che vive del commercio mondiale, ha sempre difeso.
Dopo le sciagurate decisioni iniziali del marzo 2020 sul blocco delle esportazioni di mascherine da parte di Francia e Germania, la Commissione era intervenuta e tutti avevano riaffermato il principio della libertà di commercio dei prodotti medici. E questo tanto più che la produzione dei dispositivi medici, come tantissime altre produzioni, è dovuta a unità di produzione situate in tanti paesi. Le dosi bloccate dal governo italiano sono nel nostro paese perché messe nelle fiale ad Anagni, ma la produzione del vaccino che le fiale contengono è stata realizzata in altri paesi.
La decisione della Commissione del 31 gennaio 2021 faceva parte di una reazione di stizza di fronte all'annuncio della AstraZeneca sulla riduzione delle consegne all'UE. Reazione che aveva incluso l'errore madornale di attivare un articolo dell'accordo sulla Brexit sulla frontiere tra repubblica d'Irlanda e Irlanda del Nord. Decisione che, di fronte alle proteste che aveva scatenato, era rimasta in vigore per quattro ore.
Sono convinto che tutti si aspettassero che anche la decisione sulle esportazioni di vaccini venisse fatta scadere nel silenzio a fine marzo. Il fatto che l'Italia abbia deciso di avvalersi di questa possibilità deve creare molto imbarazzo a Bruxelles e nelle altre capitali. Conferma un errore passato che molti avrebbero voluto fosse dimenticato il più presto possibile. La Commissione non sembra aver finora detto nulla su questa questione (contrariamente a quanto le veline governative hanno fatto dire alla Rai).
Il comportamento dell'AstraZeneca mi sembra molto scorretto. Ma bloccare l'esportazione di 250 mila dosi verso un paese amico è utilizzare un'arma di pressione sulla ditta che danneggia l'Unione europea molto di più di quanto non danneggi l'esportatore. Il blocco è chiaramente simbolico (250mila dosi quando nei frigoriferi italiani ci sono oltre un milione di dosi di vaccino AstraZeneca non ancora somministrate; cifre della fondazione Gimbe), ma i simboli nella diplomazia economica contano.
Vedo, purtroppo, una certa coerenza tra questa decisione e la posizione presa da Mario Draghi nell'ultimo Consiglio europeo. Il nostro primo ministro aveva chiesto un atteggiamento duro verso le ditte che non rispettavano i loro impegni (l'AstraZeneca) e si era dichiarato contrario alla proposta di Emmanuel Macron di regalare 13 milioni di dosi all'Unione africana. Avrebbe affermato che il principio era giusto, ma che la cosa non si poteva fare ora. Il nazionalismo dei vaccini è sempre una forma di nazionalismo.
Pierantonio,
grazie per questo commento. Vediamo che altre reazioni ci saranno. Ma la tua riflessione da un lato dovrebbe portare a maggiore comprensione per i tempi e le difficoltà dei processi decisionali europei e, dall'altro, a concentrare gli sforzi sui campi dove questi hanno una realistica possibilità di essere modificati e migliorati. Personalmente penso che le grandi invocazioni degli "Stati Uniti d'Europa" servano solo a bloccare le discussioni tra gli stati membri.
Un'osservazione linguistica per aiutare chi non conosce il tedesco. Tu hai usato, come esempio di un piccolo posto non molto significativo, Gerolzhofen, cittadina della Baviera. Io in tedesco, nella stessa situazione, uso il nome di Hintertupfingen, che ha il vantaggio di non esistere. In italiano uso il nome fittizio di "Roccacannuccia di Sotto".
Pierantonio Rumignani > Fabio Colasanti 3 Marzo 2021, alle 12:46 Ringrazio tutte/i per i commenti e la documentazione di riferimento.
Un commento mi sembra importante qui: la grave difficoltà della Eu di realizzare piani complessi ove interessi di paesi diversi devono essere condotti a un comune denominatore è un parallelo - penso non per caso - a quello che si assiste in Germania.
I processi decisionali si assomigliano nel caso del tema della pandemia. Il parlamento nazionale/europeo non entra praticamente nel processo decisionale. In Germania si susseguono a ritmo serrato e con poco costrutto e grandi incertezze riunioni plenarie dei presidenti del Länder con il governo. Una volta definito un accordo tra le parti, la decisione deve essere ratificata da ogni Land con il risultato che i loro parlamenti apportano invariabilmente variazioni, anche sensibili, agli accordi presi un paio di giorni prima. Insoddisfacente risulta tra l'altro la distribuzione e somministrazione dei vaccini a causa della cattiva coordinazione ed errori di goiudizio da parte della Stiko - Ständige Impfkommission, la commissione proposta alla formulazione di raccomandazioni relativamente alla vaccinazione contro il Covid-19, con il risultato che la Germania si ritrova tra le posizioni di coda in quanto a efficacia. Un grave errore, causato da eccessiva cautela, riguarda la raccomandazione di non utilizzare il vaccino di AstraZeneca per coloro che sono oltre i 65 anni.
Non ricorda qualche cosa a livello Ue? L'effetto di tali processi decisionali, che in Germania viene acuito in questo momento dalle elezioni generali di quest'anno, è quello di un'azione prevalentemente riflessiva riguardo ai propri interessi locali - così si dimentica il mondo e, in questo, anche i Balcani che pur rivestono importanza strategica. "Gerolzhofen" diventa più importante di Belgrado.
Un contrasto: il governo USA ha appena ieri annunciato l'accordo tra Merck e J&J per una capacità produttiva in prospettiva di 1 mrd di dosi - parte di queste destinate ad altri paesi.
Questi sono i link ai tre contributi sui vaccini anti-Covid postati nella sezione "Blog". Permettono di vedere i commenti che sono stati postati in quelle discussioni. Risposte e reazione a quei commenti devono essere postati in questa discussione.
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